11 marzo 2015 / IL CASO ILIR BETI ARRIVERÀ IN CASSAZIONE / di Claudio Martino ( AIFVS – onlus ) / 8 marzo 2015
Mercoledì 11 marzo 2015
sarà – per quanti di noi hanno a cuore, nel campo della sicurezza stradale, la promulgazione di leggi sempre più efficaci ed un’applicazione sempre più incisiva delle leggi esistenti – una data molto importante.
Tra le forze politiche e nella pubblica opinione è in corso – da tempo, troppo tempo – un vivace dibattito sull’opportunità, oserei dire “necessità”, dell’introduzione, nel nostro ordinamento penale, dell'”omicidio stradale”.
Ricapitolo molto sinteticamente il senso di questa nuova fattispecie di reato:
se ti metti alla guida ubriaco o drogato o guidi in maniera spericolata, ben consapevole delle possibili – molto probabili – conseguenze della tua condotta, in caso di “incidente” non puoi tirar fuori la solita litania “ma io non volevo uccidere…”, ma vieni giudicato per “omicidio volontario” (i nostri vicini francesi stanno dibattendo un’analoga proposta: http://goo.gl/D7Fm9f).
Pur non esistendo ancora l'”omicidio stradale”, i tribunali italiani hanno applicato, almeno nei due casi che in questo momento mi vengono in mente, il “dolo eventuale”, nella trattazione di cosiddetti “incidenti stradali”: il caso LUCIDI ed il caso ILIR BETI.
Il caso LUCIDI è già arrivato in Cassazione, che ha attenuato la responsabilità dell’imputato, non accettando come aggravante il “dolo eventuale” (http://goo.gl/PVGkOn).
Il caso ILIR BETI approderà, invece, in Cassazione, appunto, l’11 marzo prossimo.
Azzardando, da parte di un profano del diritto quale io sono, un giudizio, direi che il caso ILIR BETI (al cui confronto – lo dico sempre da profano – Lucidi si è comportato da angioletto) non dovrebbe prestarsi a ribaltamenti delle sentenze precedenti… leggendo la successione dei suoi atti e comportamenti (http://goo.gl/hkO0cs), riesce difficile credere che egli possa pronunciare la formula del “ma io non volevo uccidere…”.
Piccola nota personale: per precedenti interventi su questo stesso argomento,
io e tutti gli altri che chiediamo alla Cassazione (nella quale riponiamo la nostra fiducia) un particolare sforzo di analisi prima di pronunciare la sentenza,
siamo stati da qualcuno accusati di accanimento nei confronti di ILIR BETI (anzi, il signor Ilir BETI) perché non italiano; assicuro che, almeno per quanto mi riguarda, la critica è veramente mal indirizzata… essendo io, lo stesso assurdamente, in genere accusato di “buonismo” nei confronti degli stranieri…
Claudio Martino
P.S.: volevo naturalmente dire che è molto importante che la mattina dell’11 marzo, a partire dalle ore 10, siamo presenti davanti alla Corte di Cassazione, insieme con gli amici francesi.