Grosseto / CLELIA FORMICONI (Movimento strada alla vita) CHIEDE UN SALTO DI QUALITÀ NELLO STILE DI VITA: «Ma per cambiare davvero le cose dobbiamo prima cambiare la cultura» / LA NAZIONE del 20 marzo 2018
«CULTURA stradale. Non chiamiamoli incidenti». È questo il titolo del libro di Clelia Formiconi che sarà presentato sabato alle 18 al «Capannone», in viale Europa 65, un lavoro attraverso il quale si contesta che l’incidente stradale sia una «fatalità» e si punta, invece, sulla «necessità di cambiare stile di vita e di vivere la strada – spiega l’autrice – come il primo luogo delle relazioni sociali, basate sulla democrazia dello spazio comune ed il rispetto degli utenti deboli». «E ogni volta che ci troviamo difronte ad un incidente con vittime – dice ancora – la risposta del Movimento strada alla vita è il silenzio. Così esprimiamo il rispetto per la vittima ed il cordoglio per la sua famiglia. Il dolore è privato, mentre le cause ed il problema di fondo di un incidente stradale sono pubblici.
L’ultimo incidente sull’Aurelia, che è costato la vita al comandante Felice Serra, ancora una volta denuncia che dopo 20 anni ancora quella strada non è stata messa in sicurezza, nonostante le battaglie di numerosi movimenti ed associazioni. Il dibattito si è sempre centrato sull’autostrada, ma non è stato fatto nulla per la messa in sicurezza di un’arteria pericolosa che in 20 anni ha visto un alto numero di vittime. Ma intanto il cambiamento per l’affermazione di una nuova mobilità dolce e sostenibile richiede la destrutturazione dei pregiudizi di una mobilità auto-dipendente: la strada è di tutti e non vige la legge del più forte.
Il Movimento strada alla vita punta sulla formazione ed informazione perché senza di queste non possiamo svoltare. Quando la nostra città potrà dirsi una vera smart city? Il nostro impegno parte da incontri per ampliare la partecipazione, contribuire alla realizzazione del Pums della nostra Amministrazione comunale. Stiamo realizzando anche una campagna di sensibilizzazione che si ispiri all’elogio della cortesia in strada, per combattere quell’aggressività diffusa di chi si sente forte ed invincibile in auto e non rispetta né pedoni né ciclisti».