CATANIA. “Orgoglioso di aver finalmente proiettato la verità nella piazza dove io e Salvatore siamo nati e cresciuti”. Non trattiene la commozione il referente della sede di Catania dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Pietro Crisafulli, a margine della proiezione del film “La voce negli occhi”, avvenuta in piazza Palestro, nel quartiere conosciuto come “U futtinu” di Catania, nella serata di giovedì 25 luglio. L’evento, di rilevanza storica, è stato reso possibile dall’approvazione all’unanimità ottenuta dal consiglio comunale della prima municipalità catanese.
<hr/>La pellicola, prodotta interamente dall’associazione “Sicilia Risvegli Onlus – S.R.O. Film”, di cui Pietro è presidente, ripercorre la storia di Salvatore Crisafulli, il quale aveva 38 anni quando, l’11 settembre del 2003, stava accompagnando suo figlio a scuola. Un furgone lo travolse facendolo cadere nel buio di uno stato vegetativo post traumatico. Da quel momento la sua vita non fu più la stessa, fino alla morte, avvenuta nel 2013. Le cure di rianimazione attuate presso gli ospedali di Messina e Catania non evitarono il trasferimento in Toscana, a casa del fratello Pietro, in attesa di un ricovero presso un centro riabilitativo di Imola. Nella sofferenza di chi lo voleva bene, Salvatore si risvegliò due anni dopo, a ottobre del 2005, intrappolato nel suo corpo, stretto nella morsa del “locked in”, inibito nel comunicare. I medici lo visitarono, interpretando le sue lacrime come riflessi incondizionati involontari, ma i familiari si resero conto del suo stato cosciente e lottarono per dargli giustizia. La comunicazione avveniva tramite gli occhi o attraverso un computer a scansione. Una battaglia, quella del “Terri Schiavo” italiano, come l’avevano soprannominato i mass media, terminata nel giorno dell’addio, il 21 febbraio del 2013, con una risposta, da parte della magistratura, in merito alle cure con le cellule staminali, che sarebbe dovuta arrivare il 16 aprile. Componenti dello staff: Maria Maugeri, Carmelo De Luca, Pietro Crisafulli, Giovanni Gagliano, Francesca Tropea, Orazio Campagna, Karim Anselmi, Jonathan Crisafulli, Domenico Crisafulli (defunto nell’anno della presentazione ufficiale del contenuto; nel film interpreta orgogliosamente lo spirito di Agatino, fratello di Pietro scomparso all’età di 21 anni nel 1992), Agata Reale, Rosalba Bologna, Enzo Campisi, Maurizio Bologna e Giuseppe Santostefano.
In apertura è stato rispettato un minuto di silenzio in memoria delle vittime della strada, dei cugini di Vittoria, dei fratelli di Alcamo, di Domenico (detto Mimmo) e Salvatore Crisafulli andati via troppo presto. Pietro Crisafulli ha dedicato a Salvatore la canzone “Fratello Mio”, scritta quando quest’ultimo era ancora in coma: “E’ stata un’esperienza molto emozionante, tanti ricordi sono riaffiorati nella mia mente. Li terrò sempre nel mio cuore”. A portare i saluti del sindaco Salvo Pogliese e di tutta l’amministrazione comunale è stato l’assessore Alessandro Porto, che ha definito Pietro “un vero guerriero”. Presente in prima fila tutta la prima municipalità: sono intervenuti il presidente Paolo Fasanaro ed il consigliere promotore Francesco Bassini. L’attrice Maria Maugeri ha spiegato le finalità che si pone l’associazione “Sicilia Risvegli Onlus” e “Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus”, presieduta da Alberto Pallotti. Il dottor Enrico La Delfa, psichiatra ASP3 Catania e medico anche in pellicola, si è soffermato sui dettagli scientifici dello stato vegetativo e della sindrome di “Locked In”.
Una scrosciante pioggia di applausi ha accompagnato la proiezione, in particolare le scene in cui è figurato Mimmo Crisafulli, padre di due bambini, scomparso a 25 anni, investito, a bordo del suo scooter, nel quartiere Barriera, in Catania, il 6 marzo del 2017. Lo scorso gennaio, l’imputata è stata condannata a cinque mesi e dieci giorni di reclusione, con la condizionale, la non menzione e revoca della partente, a seguito di accoglimento della richiesta di patteggiamento della difesa. “Con l’A.I.F.V.S. abbiamo formalizzato un ricorso alla Corte Suprema di Cassazione, chiedendo che gli atti vadano, se necessario, anche alla corte costituzionale – afferma il referente catanese -. Non ci fermeremo in nessun caso, ricorreremo alla corte ‘Europea e, se ancora non dovesse bastare, alla corte internazionale dell’AIA. Bisogna assegnare pene più severe e l’ergastolo della patente”.
Pallotti è vicino a Crisafulli nella sua battaglia: “L’associazione di cui mi onoro di essere presidente è al fianco di Pietro e di chi, come lui, combatte per la verità. Siamo felici del buon esito dell’evento, della presenza delle istituzioni locali. Il caso di Mimmo attende giustizia e deve essere una chiara testimonianza di quanto il patteggiamento costituisca una vera e propria offesa nei confronti di chi soffre. Chi sbaglia deve pagare la giusta pena”.