Dramma di Bagnolo Mella, Alberto Pallotti (presidente A.I.F.V.S. Onlus): “Inconcepibili i domiciliari, criminali vengano destinati subito alla galera”

 

BRESCIA. “E’ inconcepibile che, nel 2020, un criminale, che investe ed uccide una bambina di 9 anni e si dà vigliaccamente alla fuga, sia destinato ai soli arresti domiciliari. I cavilli della nostra giurisdizione che cozzano con la legge sull’omicidio stradale, per la quale abbiamo arduamente lottato, devono essere eliminati. Gli assassini meritano la galera”. Sono parole rabbiose quelle pronunciate dal presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, in merito alla tragedia consumatasi a Bagnolo Mella, in provincia di Brescia, nella tarda serata di domenica 5 luglio.

 

A morire è stata la piccola Menar di 9 anni, travolta da un Suv, Chevrolet Orlando, di colore grigi. La vettura l’ha colpita in pieno, facendola sbalzare per diversi metri. Il conducente non si è fermato a prestare soccorso. La bambina stringeva con una mano la madre, lievemente ferita, e con l’altra spingeva la sua bicicletta. Il dramma si è consumato sotto agli occhi impotenti del padre e dei due fratellini, rimasti illesi. Il ritorno da una serata al parco è divenuto una tragedia per la famiglia di origini marocchine. Gli inquirenti non erano riusciti a risalire alla targa del veicolo, nonostante le riprese delle telecamere di sicurezza.  L’automobilista si è costituito in procura, a Brescia, nella giornata di lunedì 6 luglio ed è stato interrogato dal pubblico ministero Maria Cristina Bonomo. L’accusa è di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso.

 

Le domande che si pone Alberto Pallotti lasciano poco spazio ad interpretazione: “Cosa dobbiamo fare per vedere degli assassini in carcere? Che giustizia può essere questa? A criminali di questo tipo non può essere concesso il beneficio dei domiciliari. Una bambina di 9 anni è all’obitorio, lui a casa. Il carcere non deve essere un tipo di interpretazione, ma l’unica strada da imboccare con pieno consenso giuridico. La legge va rivista. Alla famiglia va tutta la nostra vicinanza – conclude -, chiediamo venga fatta giustizia”.

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