PESCARA. Momento di grande soddisfazione per l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (Onlus), presieduta da Alberto Pallotti e rappresentata legalmente dall’Avv. Walter Rapattoni. L’ A.I.F.V.S. è stata ammessa come parte civile al processo dell’imputato Jonathan Di Domizio, tenutosi questa mattina, alle ore 9.45.
LA VICENDA. Di Domizio, nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 2019, alle ore 23.40, al volante dell’autocarro Fiat Ducato, a 60/80 kmh e in direzione Catignano-Civitaquana, investì Diallo Mamadou Thiana che camminava sul margine destro della strada. A carico dell’imputato c’è anche la violazione delle regole imposte dal codice stradale, poiché vi risultava al cellulare nell’ora in cui si venne a verificare all’accaduto. Nonostante il conducente avesse spazio e, non solo, ma anche tempo a disposizione per evitare l’impatto, ha urtato la parte sinistra posteriore del pedone, scaraventandolo, per via dell’urto, tra gli arbusti ivi presenti a una distanza tra 15-30 metri dal punto in cui c’era stato il sinistro. A causa delle diverse e gravi lesioni, tra cui shock traumatico ad elevata componente emorragica, la vittima fu trovata solo il giorno successivo, alle ore 15.30 circa, incastrato tra i rami e privo di vita. Inoltre, grazie all’attività investigativa dei carabinieri e delle forze dell’ordine si è potuto rilevare che il Di Domizio passò per ben due volte, per poi darsi alla fuga, sul posto dell’incidente senza soffermarsi a prestare soccorso alla vittima, nonostante sul luogo erano ben visibili il borsello del Diallo, lo specchietto retrovisivo dell’autocarro e diversi frantumi.
La prossima udienza è fissata per il 16 marzo 2021 alle ore 10, in cui gli eredi della vittima faranno le citazioni dei responsabili civili, ovvero la Cattolica assicurazioni.
“L’accettazione della nostra richiesta a costituirci come parte civile del processo di questa mattina è stata l’ennesima attestazione a riprova del fatto che la nostra associazione è sempre più considerata come portatrice di interessi a difesa delle tragedie stradali e, in particolar modo, della legge dell’omicidio stradale – afferma Pallotti – . L’imputato, oggetto del processo di questa mattina, è colpevole di reati come l’omicidio stradale, la fuga e l’omissione di soccorso. È impensabile lasciare una persona agonizzante in un fossato che, se avesse avuto soccorso, forse sarebbe sopravvissuta. La legge dell’omicidio stradale, per questo tipo di incidenti, prevede diciotto anni di reclusione. Noi faremo di tutto affinché l’imputato abbia questa condanna, perché quello che ha fatto è inaccettabile, è un vero e proprio pericolo per la società e non ha alcuna giustificazione plausibile. Solo una giustizia giusta può far diminuire i morti sulle strade. Dobbiamo togliere queste persone dalla guida per sempre, impedire che uccidano e scappino”.
“Come difensore ed espressione legale dell’A.I.F.V.S. – afferma l’Avv. Rapattoni – sono davvero orgoglioso di questo traguardo raggiunto. Essere ammessi anche in questo processo è sinonimo del nostro concreto lavoro a favore delle famiglie delle vittime, nonché delle vittime stesse. Siamo e saremo sempre vicini a loro, dobbiamo far sentire la voce di chi, purtroppo, non c’è più. Il nostro compito è duplice: essere vicini alle famiglie e sensibilizzare e fortificare il sentimento di rispetto delle leggi e del codice stradale”.
A quest’ultime parole di Rapattoni, continuano quelle di Pallotti: “È importate sottolineare come oggi la legge sull’omicidio stradale tuteli le vittime. È una legge che ci voleva, un fiore all’occhiello a livello mondiale per la lotta alla strage stradale. Nessuno ha una normativa così importante per la distinzione tra omicidio colposo e omicidio stradale. È un passo in avanti storico e che, nonostante la sua introduzione risalga al 2016, oggi sta portando i primi frutti concreti. Ci tengo a ringraziare – conclude il Presidente – particolarmente il nostro avvocato Rapattoni, che ha sposato e sta portando avanti una tesi sempre più accreditata e riconosciuta nei nostri tribunali; una tesi in cui la nostra associazione porta beneficio tangibile e alla pubblica collettività e alla pubblica salute, ma anche della vittima stessa. Quest’ultima e la sua famiglia non saranno mai lasciate sole a fronteggiare una macchina così complicata quale quella che sta alla base dei procedimenti penali e la magistratura in genere. Non ci stancheremo mai di lottare. Saremo sempre la voce di chi perde la vita sulla strada”.