ROMA. E’ cominciato a L’Aquila, non senza polemiche, il processo al Patron Carlo Toto ed altri tre dirigenti della società “Strada dei Parchi S.P.A.”, concessionaria delle autostrade A24 ed A25. Si tratta dei collegamenti stradali della capitale con i capoluoghi abruzzesi.
Il capo d’imputazione riporta “inadempimento e frode nelle pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti e, più nello specifico, la presunta mancata manutenzione di una serie di viadotti”. Il Ministero dei Trasporti non è parte civile ma ha annunciato di costituirsi, mentre Anas (altra parte offesa) ed Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus attendono il via libera della giudice dell’udienza preliminare, Guendalina Buccella. L’A.I.F.V.S. Onlus è stata rappresentata dall’Avv. Walter Rapattoni.
In una lettera indirizzata al Ministero delle Infrastrutture, il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, ha lanciato un chiaro messaggi ai vertici governativi: “Abbiamo dovuto registrare l’assenza del suo ministero e mi permetto di chiederle le motivazioni. La vostra mancanza ha creato non poco scalpore, soprattutto sui social network. Tra L’altro, gli avvocati difensori hanno contestato la costituzione di Anas, in quanto non parrebbe legittimata a presenziare in giudizio autonomamente. Se la nostra associazione fosse esclusa, non rimarrebbe alcuna parte a difesa dell’interesse pubblico. Siamo stati ammessi nei maggiori processi nazionali degli ultimi anni in relazione alle stragi stradali: dal recente incidente del bus ungherese, dove sono morti 18 cittadini magiari, a Verona, alla strage del bus di Avellino. La nostra associazione è da sempre al fianco delle vittime. Oggi, per la prima volta, siamo intervenuti, anche se vittime non ce ne sono state e ciò è già di per sé un miracolo. La cattiva gestione di quel tratto stradale è un fatto di straordinaria rilevanza sociale, ben documentato da immagini che hanno fatto il giro del mondo. Il nostro paese è parso un paese del terzo mondo in quanto ad infrastrutture. Ripeto, visto lo stato dei viadotti, è una vera e propria manna dal cielo quella che ha salvato potenziali vittime; è inaccettabile che ancor oggi ci siano delle situazioni simili”.
La richiesta dell’associazione è inequivocabile: “Chiediamo, al signor ministro, se intende partecipare al processo perché la nostra associazione deve comunque essere aiutata e sostenuta dallo Stato in questa battaglia per la giustizia. Non possiamo essere gli unici a combattere contro i poteri forti e la mala gestione della cosa pubblica, innegabile quando si parla delle strade e della loro manutenzione. Il giudice si è riservato di decidere sulla nostra ammissione, che purtroppo non è scontata, visto il tenore delle eccezioni dei difensori degli imputati. Il nostro avvocato, Walter Rapattoni di Pescara, è uno specialista in processi di questo tipo. Possiamo dirlo poiché ne sta seguendo diversi su tutto il territorio nazionale, sempre in difesa delle vittime e sempre dalla parte di chi chiede strade sicure e ben manutenute. Anche nel caso della strage del bus ungherese, la procura sta procedendo contro 5 dipendenti di autostrade, considerati colpevoli di gravi errori di progettazione e di manutenzione. La nostra associazione è impegnata nella ricerca della verità e della giustizia”.
Consulente di parte dello studio legale Rapattoni sarà l’ex Procuratore Generale della Repubblica di Pescara, Dott. Nicola Trifuoggi. La seconda udienza preliminare si terrà venerdì 26 febbraio, alle ore 9:00.