«Le istituzioni e la politica si attivino per fermare la strage stradale, così come stanno facendo per il coronavirus». A lanciare l’appello è l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, dopo che, nei giorni scorsi, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite ad attivarsi per aumentare la sicurezza stradale e ridurre il numero di morti del 50% tra il 2020 e il 2030.
«In questi giorni siamo vicini a tutti gli italiani, specialmente a quelli delle zone più colpite dal virus e ai familiari delle vittime», dice il presidente dell’Associazione, Alberto Pallotti, «ma è doveroso anche ricordare che la vera pandemia sono gli incidenti, che uccidono ogni anno 1,35 milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, dove l’incidenza è del 90 per cento. La strage stradale è il virus più pericoloso e andrebbe trattata con lo stesso impegno impiegato per fronteggiare l’epidemia di coronavirus. Anche perché, nel caso degli incidenti, le vittime sono persone di età compresa tra i 5 e i 29 anni, dunque bambini e giovani. Per non parlare dell’impatto che questa strage ha sulla crescita economica nazionale nel lungo periodo. Lo Stato italiano sta combattendo con onore la battaglia contro questo virus così contagioso. Auspichiamo che, nelle prossime settimane, vengano messi in atto interventi così massicci per aumentare anche la sicurezza stradale».