BOLOGNA / processo d’appello per l’omicidio di Francesco Cricchi
La Corte d’Appello di Bologna ha accolto l’impugnazione dei genitori e dell’Aifvs, costituitasi parte civile, difesa dall’Avv. Gianmarco Cesari e l’appello del Procuratore Generale, riformando la sentenza del Tribunale di Modena che,
dopo il rigetto di una richiesta di patteggiamento a due anni di pena,
dopo una lunga istruttoria dibattimentale, caratterizzata da uno straordinario approfondimento ricostruttivo della dinamica dello scontro,
aveva condannato l’imputato a un solo anno di pena e a due anni di sospensione della patente,
attribuendo alla vittima un concorso di colpa del 20%.
La Corte ha quindi condannato l’imputato a due anni di pena, negando le attenuanti generiche ed ha escluso ogni addebito concorsuale di colpa alla vittima.
Dopo 8 anni di processo, si ottiene faticosamente una risposta di giustizia morale,
che ha visto avvocati ed ingegneri legali darsi battaglia sull’addebito della colpa, per eccesso di velocità, del motociclista che, uscendo da Modena per la via Emilia, segnalò da 200 metri con i fari il suo arrivo all’auto,
che stava per svoltare a sinistra dal senso opposto di marcia.
L’auto, quando la moto era a soli 30 metri, improvvisamente e lentamente tagliò la strada alla moto, che si andò a schiantare sul lato destro dell’auto.
Il motociclista, cadetto dell’Accademia di Modena, riportò l’amputazione dell’arto superiore destro e morì nella caduta a terra,
mentre la sua trasportata riportò gravissime lesioni invalidanti.
Il Procuratore Generale aveva chiesto 2 anni e sei mesi, mentre l’Avvocata dell’imputato, Verena Corradini – che aveva proposto anch’essa appello – aveva chiesto l’assoluzione e la riduzione della pena per addebito della colpa al Motociclista.
Tra 90 giorni le motivazioni.
FONTE: http://www.vittimestrada.org/news.php?lng=it&pg=18778FONTE