Francia / Guida senza patente: grazie chi? / traduzione di Claudio Martino, AIFVS Roma / 15.08.2015
Il progetto di legge del Guardasigilli di trasformare la guida senza patente e senza assicurazione, da delitto in semplice contravvenzione, ha messo le associazioni che si occupano di sicurezza stradale e l’opposizione in uno stato d’agitazione. In assenza di un vero dialogo preliminare, la signora Taubira avrà raccolto quanto ha seminato.
Senza dubbio, il progetto di legge di Christine Taubira, che agita la classe politica francese e le associazioni che si occupano di prevenzione stradale, partiva da un sentimento buono. Sbloccare i tribunali, recuperare del tempo per le forze dell’ordine, è il risultato principale di questa riforma relativa alla guida senza patente o in assenza di assicurazione.
Ricordiamo che, finora, la guida senza patente è punibile con 15.000 euro d’ammenda ed un anno di reclusione, mentre il progetto di legge prevede una contravvenzione forfettaria che parte da 500 euro (quando non ci sono recidiva o altri fattori aggravanti, come lo stato di ebbrezza alcolica o la guida senza cintura di sicurezza).
Davanti a questo testo, le associazioni che si occupano di prevenzione stradale, ed ovviamente l’opposizione politica, hanno avuto un soprassalto come un sol uomo. Una violenta levata di scudi da parte di tutti costoro, che giudicano questa misura “pericolosa” e scoccano le loro frecce contro un testo che porta, secondo loro, ad una “banalizzazione dell’infrazione, ad un’incitamento alla frode.” “Questa misura è un disastro”, denuncia anche Chantal Perrichon, la presidente della Lega contro la violenza stradale.
Niente dialogo, niente riforma?
In verità, l’assenza, da parte della ministra, di un vero dialigo preliminare con tutte le altre parti coinvolte, non avrà ottenuto che un’amplificazione della protesta. In effetti, com’è possibile adottare una riforma, su un tema così “emblematico”, senza un’effettiva concertazione e senza valutarne tutte le possibili conseguenze?
Inoltre, come interpretare i propositi di Christine Taubira che, prima della presentazione della riforma davanti al Consiglio dei Ministri, confesserà pubblicamente di avere avuto anche lei delle perplessità su questo progetto, aggiungendo che un dietrofront sulla materia non era da escludere “se non c’è consenso nella società.”
La signora Taubira, o l’arte di proporre una riforma che ella stessa sembra non difendere, in qualche misura, se non svogliatamente. Fino a cancellarla di punto in bianco?
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