VIDEO / Claudio Martino (AIFVS) chiede notizie al deputato Paolo Gandolfi (PD) circa un emendamento da lui citato durante un suo intervento nel dibattito sull'”omicidio stradale” / Intervista del 3 novembre 2015
L’INTERVISTA: http://youtu.be/BFhInVHObNo
In occasione della presentazione dei dati ISTAT sugli incidenti stradali in Italia nel 2014 (http://goo.gl/tKEb11), Claudio Martino (AIFVS) ha brevemente intervistato il deputato Paolo Gandolfi (PD), relatore per la IX Commissione sulla proposta di legge che introduce nell’ordinamento penale italiano il nuovo reato di “omicidio stradale” (C 3169-A).
Martino ha posto a Gandolfi una sola domanda: di cosa parla l’emendamento (http://goo.gl/9SvmHU) presentato dal deputato Meta – e poi ritirato per obiezioni da parte della Commissione Bilancio della Camera -, da te citato durante il tuo ultimo intervento prima della votazione finale sull'”omicidio stradale” (28.10.2015)?
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Ultimo intervento del deputato Paolo GANDOLFI (PD), prima della votazione finale, sulla proposta di introduzione del reato di “omicidio stradale” (C 3169-A) / Seduta Camera n. 512 del 28.10.2015
PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Signor Presidente, intervengo anch’io in questo passaggio, visto che siamo in realtà al punto terminale del testo, per sottolineare un aspetto che durante il dibattito non è emerso ma che credo sia utile che sia indicato ora.
Noi oggi stiamo affrontando con questo testo – sulla base di un lavoro secondo me utile che ha anche rivisto e a mio giudizio adeguatamente moderato, compreso meglio l’iniziale testo del Senato – solo una parte del problema relativo agli incidenti stradali. Stiamo affrontando esclusivamente la parte che attiene ad una capacità di maggiore coscienza sociale su questo fenomeno, che passa anche dalla convinzione che i comportamenti che andiamo a sanzionare oggi siano pericolosi.
Ci tenevo però a dire a beneficio dall’Aula, perché questa parte del ragionamento non è mai stata fatta, che non è chiaramente tutta qui l’azione di contrasto all’incidentalità, e soprattutto alla dannosità degli incidenti stradali, in particolare in riferimento alle morti e alle lesioni gravi.
I maggiori risultati in questo senso non derivano ovviamente solo da questo testo, che però, lo continuo a ricordare, copre una parte dell’efficacia, lo dimostrano i casi degli Stati dove l’insieme delle azioni di contenimento dell’incidentalità e della dannosità degli incidenti è stata fatta. Questa tipologia di costruzione di sanzioni penali esiste perché ha anche essa una sua efficacia, ma in realtà il beneficio complessivo, che ci permetterebbe di ottenere dei risultati – se le posso dire Presidente, il target di un Paese civile come il nostro dovrebbe essere quello di diminuire di un’altra metà il numero di morti e feriti sulle nostre strade, come accade in Gran Bretagna e in altri Paesi europei – lo dovremmo ottenere non solo con modifiche del codice penale, ma anche con delle forme di controllo e di rispetto delle regole del codice della strada. In questo senso mi dolgo del fatto che non abbiamo potuto sviluppare il dibattito sull’emendamento proposto dal Presidente della Commissione Meta, che avrebbe permesso di affrontare, anche in sede di discussione del bilancio dello Stato, quanto e come lo Stato italiano dedica risorse per il contenimento degli incidenti stradali. Noi ne dedichiamo troppo poche, avremmo forse fatto un tentativo estemporaneo, lo possiamo anche riconoscere, tanto è vero che l’emendamento è stato ritirato, ma credo che sul tema dovremo tornare in sede di discussione del bilancio, perché senza risorse adeguate e per la prevenzione i risultati non potranno arrivare.
Anche la modifica delle regole complessive di circolazione, che ovviamente sta all’interno di un testo già approvato da questa Camera nell’ottobre scorso e di cui siamo in attesa dell’approvazione da parte del Senato, ossia la riforma complessiva del codice della strada, che ha alla sua base – lo sanno bene i membri della Commissione Trasporti che sono presenti qui oggi e che hanno avuto l’occasione di partecipare alla redazione di quel testo – l’obiettivo della sicurezza stradale. La riforma che il nostro Paese, questo Parlamento e questo Governo vogliono fare del codice della strada è una riforma che per la prima volta mette al centro del proprio obiettivo la sicurezza stradale e la riduzione dei morti e degli incidenti.
Aggiungo, e non è tema da poco, che un’altra parte dell’efficacia di questa azione deriva poi da ciò che il codice della strada darà in termini di mandato al Ministero per la redazione dei decreti ministeriali e per i successivi regolamenti di attuazione del codice, perché se noi non cambiamo la natura e le condizioni di sicurezza delle nostre strade, quindi non parlo solo di regole, ma parlo anche dello stato e della condizione in cui si trovano le strade, e non mi riferisco solo alla manutenzione, tema caro a molti, ma anche alla loro progettazione, noi non riusciremo ad ottenere questi importanti risultati.
Grazie, Presidente, questo intervento serviva a dare un quadro spero un pochino più completo di questa nostra azione di oggi e a contribuire alla serenità di tutti rispetto al fatto che stiamo facendo una cosa giusta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).