FRANCIA. Una proposta di legge per dare più diritti alle vittime

FRANCIA. Una proposta di legge per dare più diritti alle vittime

70 deputati dell’UMP propongono una legge che consenta alle vittime di presentare appello in un processo penale dopo una sentenza di assoluzione o di scarcerazione contro il parere dei magistrati. Un’idea contestata da diverse organizzazioni di magistrati.

Un dibattito fondamentale. Le vittime non potrebbero avere gli stessi diritti dei delinquenti? 70 deputati dell’UMP, guidati da Étienne Blanc, deputato UMP del dipartimento dell’Ain, hanno presentato martedì pomeriggio una proposta di legge tendente a consentire alle parti civili di appellarsi contro sentenze di scarcerazione o di assoluzione. Un’idea presente nel programma elettorale del candidato Nicolas Sarkozy, rimasto nello stato di progetto di legge a causa dell’intasamento dell’agenda parlamentare a fine mandato.

Scomparsa delle vittime

Per Étienne Blanc, si tratta di colmare una lacuna: “Se le vittime sono presenti nel corso dell’intera procedura penale in quanto parti civili, hanno diritto al confronto, ad ottenere atti di istruzione ed alla riparazione, è sorprendente che esse non possano presentare appello allo stesso titolo del procuratore o della difesa”, questa l’opinione di Étienne Blanc. “Certamente la procedura penale protegge la società. Ma è necessario poter includere le vittime esposte, a titolo individuale, in prima linea, alla delinquenza. Non esiste alcun motivo per il quale, al momento della sentenza, essa spariscano puramente e semplicemente, e non abbiano diritto ad una seconda lettura. Non è assolutamente equo”.
Per i deputati all’origine di questa proposta di legge, in parte suggerita dai lavori dell’Istituto per la giustizia, “questa mancanza” è problematica per le vittime, “al di là di quanto incide sulla riparazione degli interessi civili, quando il procuratore della Repubblica si rifiuta di presentare appello in caso di scarcerazione, senza contare il fatto che il non riconoscimento della colpevolezza pone problemi per la ricostruzione delle vittime”.

Eppure questa proposta di legge è lungi dall’avere l’adesione dei magistrati, che si tratti dell’Unione sindacale dei magistrati o della Conferenza nazionale dei procuratori. “I casi nei quali i procuratori non propongono appello sono infinitesimali, perché sarebbe rinnegare la propria requisitoria. C’è allora bisogno di fare una legge solo per qualche caso?”, si chiede Christophe Régnard, presidente dell’USM. “Inoltre è confondere l’azione giudiziaria e la condanna penale con la vendetta privata. Avete mai visto una vittima soddisfatta di un verdetto”?

Vaso di Pandora

Perché quello che suscita più timori nei magistrati è che questo allargamento dell’appello apra il vaso di Pandora, e che la tappa successiva sia la possibilità per le vittime di proporre appello relativamente al quantum delle pene. “Non è assolutamente in discussione”, afferma vigorosamente Étienne Blanc, che pone una netta distinzione fra “il principio di colpevolezza e quello della riparazione di un pregiudizio”.
Bruno Dalles, procuratore di Melun e vicepresidente della Conferenza nazionale dei procuratori, fermamente contrario all’appello per le vittime, contesta “la convinzione che una misura di questo tipo proteggerà meglio le vittime. Soprattutto farebbe pesare su di esse una responsabilità troppo forte, quando invece il nostro sistema tende a sgravarle del peso della pena. È fondamentale che la vittime rimanga al proprio posto e che non ci sia confusione con il ruolo del procuratore. Inoltre, si può temere che qualche associazione si serva dei processi come di cassa di risonanza, ai danni delle vittime, spesso ferite da tali intrighi. L’essenziale oggi è piuttosto fare in modo che i diritti già presenti delle vittime siano già rispettati!”
Medesimo suono di campana da parte di alcune delle stesse associazioni pro vittime, come la Federazione nazionale delle vittime di attentati ed incidenti collettivi. Stéphane Gicquel, suo segretario generale, afferma che “non serve a niente accumulare diritti sulla carta quando l’effettività dei diritti esistenti non è assicurata. I diritti delle vittime sono fragili ed il loro posto è spesso contestato nel processo penale. Sarebbe confondere il loro ruolo e toccare l’architettura del diritto francese”, la sua opinione.

http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2013/12/04/01016-20131204ARTFIG00250-une-proposition-de-loi-pour-donner-plus-de-droits-aux-victimes.php

 

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