Verona / Reazioni dopo l’incidente stradale costato la vita a Maria Luisa Dal Castello / Dichiarazione di Alberto PALLOTTI, segretario nazionale dell’AUFV / Corriere di Verona, 3 luglio 2016 / di Laura Tedesco
VERONA «Convocare al più presto il comitato per la sicurezza stradale ed installare dispositivi vista-red ai semafori dei “black point”, i punti viabilistici che presentano maggiori rischi di incidenti».
Non accennano a placarsi echi e reazioni dopo l’incidente costato la vita mercoledì mattina alla presidente Agesc Maria Luisa Dal Castello, travolta ed uccisa alle 9.31 da un furgone mentre aveva appena iniziato ad attraversare con la sua bici l’incrocio tra viale Colonnello Galliano e via San Marco.
Proseguono le indagini del pubblico ministero Giulia Labia,
che conduce l’inchiesta per omicidio stradale nei confronti dell’investitore, un veronese di 51 anni, accusato di essere transitato alla guida della sua Fiat Qubo nonostante il semaforo fosse ormai diventato rosso da 6 secondi, come rivela un video ripreso dalla telecamera di un taxi.
Sul tragico evento interviene Alberto PALLOTTI, segretario nazionale dell’Associazione (di associazioni) unitaria familiari e vittime onlus (AUFV).
«Siamo davanti ormai ad una vera emergenza: gli incidenti causati da veicoli che passano con il rosso risultano sempre più numerosi: dopo quest’ultima tragedia di viale Galliano – spiega Pallotti – ho telefonato all’assessore comunale alla Viabilità Marco Ambrosini e gli ho proposto di studiare l’installazione dei dispositivi vista-red ai semafori dei cosiddetti “black point”, i punti stradali più critici in città».
Un’idea che l’assessore si dichiara «disponibile a valutare, ma che va analizzata per bene in tutti i suoi risvolti perché stiamo parlando di un sistema elettronico che rischia di essere inflessibile anche con chi transita al semaforo proprio al limite.»
«In altre parole – replica Ambrosini – si rischia di attuare una repressione a 360 gradi senza operare gli opportuni distinguo caso per caso. Senza contare che poi un simile provvedimento farebbe equivocare a più di qualcuno che il Comune mira solo a fare cassa…»
Le Vittime della strada comunque non demordono ed annunciano che, contro l’investitore della presidente Agesc Dal Castello, «ci costituiremo parte civile in caso di eventuale processo».
In base alle nuove norme, il conducente rischia nell’ipotesi-base da 2 a 7 anni: pena che però si aggraverebbe con la reclusione da 5 a 10 anni se gli venisse effettivamente contestato al termine delle indagini di aver provocato l’incidente per una condotta di particolare pericolosità, quale appunto il passaggio con il semaforo rosso.
«Una normativa, quella sull’omicidio stradale, che la nostra associazione ha contribuito in prima linea a mettere a punto», rincara Pallotti.
«A livello nazionale stiamo parlando di un’emergenza che provoca sulle strade una media di quattromila vittime all’anno. Come fanno i legali a sostenere che sarebbero bastati alcuni correttivi per fronteggiare in modo adeguato un allarme del genere?
Da parte nostra, al contrario degli avvocati, non possiamo che ringraziare il coraggio della maggioranza parlamentare che ha portato all’approvazione delle nuove disposizioni sull’omicidio stradale.
A dire il vero, se fosse stato per la nostra associazione, avremmo inserito tra la norme una serie di aggravanti ancora più pesanti, però è innegabile che quello raggiunto con tanta difficoltà è già stato un ottimo risultato e che la strada imboccata è quella giusta».
Non nasconde le sue perplessità invece l’assessore Ambrosini: «Le nuove disposizioni mi sembrano presentare numerosi profili di criticità ed intravvedo anche un rischio di possibile incostituzionalità.
A mio avviso sarebbe stato più opportuno apportare modifiche alle norme pre-esistenti».
E il dibattito continua.
FONTE: http://www.pressreader.com/italy/corriere-di-verona/20160703/281771333508004