Alessandria (Italia) / Ilir Beti torna in carcere, definitiva la condanna / 15.07.2016
“Giustizia è fatta”,
dicono i familiari dei quattro ragazzi che, la notte del 13 agosto 2011,
persero la vita sull’autostrada A 26, all’altezza di Rocca Grimalda, travolti dal suv guidato da Ilir Beti.
Torna in carcere l’imprenditore albanese,
su ordine di carcerazione emesso dalla procura generale presso la Corte d’Appello di Torino, dopo la sentenza della Cassazione che ha respinto l’ultimo ricorso.
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“Giustizia è fatta”,
dicono i familiari dei quattro ragazzi che, la notte del 13 agosto 2011,
persero la vita sull’autostrada A 26, all’altezza di Rocca Grimalda, travolti dal suv guidato da Ilir Beti.
Torna in carcere l’imprenditore albanese: l’ordine di carcerazione è stato emesso dalla procura generale presso la Corte d’Appello di Torino ed i carabinieri della stazione di Alessandria lo hanno prelevato dall’abitazione presso la quale era ai domiciliari, per riaccompagnarlo nel carcere di San Michele.
L’ordine è stato emesso dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall’avvocato di difesa Mario Boccassi.
A Roma, ad attendere il pronunciamento, c’erano anche i familiari delle vittime: “Giustizia è fatta – commenta Christine Lorin, mamma di Vincent – Ilir Beti, l’assassino dei nostri ragazzi, torna in prigione” (http://goo.gl/hvfd5S).
Una sentenza che si può definire storica, arrivata dopo cinque anni di battaglie giudiziarie, fatta di ricorsi ed appelli.
A sostenere l’accusa di omicidio volontario fu il pubblico ministero Riccardo Ghio.
Il tribunale di Alessandria lo aveva condannato a 21 anni e 4 mesi.
La tesi dell’accusa si basò sul concetto di dolo eventuale: Beti era consapevole del rischio che correva percorrendo ad alta velocità, contromano, l’autostrada e ne accettò tale rischio.
Ci fu il primo ricorso in Corte d’Assise d’Appello, che confermò la pena.
Beti ricorse però in Cassazione.
La suprema Corte rimandò il fascicolo in Corte d’Appello, perché rivalutasse le motivazioni circa la volontarietà dell’omicidio, derubricandolo da doloso in colposo.
Ma, nuovamente, la Corte d’Appello ribadì l’omicidio volontario, pur riducendo la pena da 21 a 18 anni e 4 mesi.
Giovedì la Cassazione ha respinto l’ulteriore tentativo di ricorso.
Dallo scorso marzo all’imprenditore erano stati concessi gli arresti domiciliari che scontava in casa di parenti, ad Alessandria, dove ieri è stato prelevato per essere riaccompagnato in carcere dove dovrà scontare, in totale, 19 anni e 8 mesi: oltre all’omicidio è stato condannato anche per lesioni, guida in stato di ebbrezza e porto abusivo d’armi.
In auto aveva infatti un coltello.
FONTE: http://www.alessandrianews.it/breaking-news/beti-torna-carcere-definitiva-condanna-136327.html