VERONA. “La nostra associazione è allibita per il contenuto della perizia che cerca di scagionare Janos Varga. Si tratta di una nuova dimostrazione di quanto ricostruire un incidente stradale nei tribunali sia divenuta un’impresa titanica. Ammetto che ne avremmo fatto volentieri a meno”. Ad usare un tono così critico è il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, in relazione ad un documento di 44 pagine, redatto da un ingegnere incaricato dalla difesa di Janos Varga, in virtù del quale sarebbe comprovata l’assenza al volante di quest’ultimo, al momento dell’impatto del bus ungherese contro un pilone dell’Autostrada A4 Milano -Venezia. La tragedia, consumatasi a gennaio del 2017, non conosce ancora una verità.
Stando alla ricostruzione, sarebbe stato Kalmar Zoltan, autista collega di Varga, a causare la morte di ben 17 persone, tra cui numerosi studenti che tornavano a Budapest dopo una settimana bianca trascorsa in Francia. Nella perizia, l’ingegnere incaricato sostiene che Zoltan avrebbe dovuto sedersi alla guida dopo la sosta alla stazione di servizio di Brianza. Inoltre, le ferite riportate dall’autista che avrebbe sostituito Varga, andrebbero a confermare la tesi accusatoria.
“Ci chiediamo come sia possibile che persone di spessore culturale e tecnico come professori universitari e laureati, possano arrivare a conclusioni tanto diverse tra di loro – dice Pallotti -. La procura di Verona ha lavorato benissimo ed ha dimostrato, senza alcun dubbio, che alla guida del veicolo ci fosse Janos Varga. Esistono filmati e testimonianze. La nostra associazione ha anche raccolto materiale proprio per dimostrare tale affermazione. Oggi si tenta di dare la colpa della tragedia occorsa a Kalmar Zoltan, che è morto e non può più difendersi. Tuttavia, lo faremo noi per lui nelle sedi opportune”. Il veronese pone l’accento sulla questione lentezza burocratica: “Al principio, ci era stato detto che in processi lunghi può accadere qualsiasi cosa ed immaginavamo potesse originarsi una situazione simile. Siamo profondamente convinti della colpevolezza di Janos Varga e non sarà di certo una perizia di parte a far nascere in noi dei dubbi. Purtroppo per le vittime, sarà inevitabile altra sofferenza; non solo il danno, ma anche la beffa di dover assistere ad uno scempio tipico italiano”.
L’ A.I.F.V.S. Onlus conosce bene cosa avviene nei tribunali: “Lo abbiamo visto più volte. Consulenze che dicono tutto e il contrario di tutto. Io credo che l’ordine di appartenenza dovrebbe vigilare sull’operato dei propri iscritti. Si è creato un gran disordine. Chi ha ragione? I periti della procura, quelli della nostra associazione oppure quelli dell’imputato? Siamo di fronte ad un rimbalzo di responsabilità assurdo, che dilata in modo irrimediabile i tempi dei processi e prolunga le sofferenze già indicibili delle vittime. Qualcuno sta sostenendo una tesi profondamente sbagliata ed annunciamo, senza timore alcuno, seppur rispettando il diritto di difesa di ognuno, che non sopporteremo raggiri alla giustizia. Abbiamo fiducia nel tribunale di Verona, che saprà ricostruire l’esatta verità di quello che è accaduto. Esorto autostrade a produrre il filmato integrale dell’incidente e non solo il post incidente. Questa è una lacuna incomprensibile. C’era una telecamera puntata, il video è chiarissimo e lo potete vedere su internet. Che fine ha fatto il frame del momento dello schianto? Sostenere la tesi che Zoltan abbia consumato un caffè prima di riposarsi in pullman, per poi ammettere che in realtà è stato Janos Varga a mettersi alla guida in ripartenza dall’autogrill, è una ricostruzione molto debole. Raccontare che i due autisti si sono scambiati di posto non presso l’autogrill, ma durante una presunta sosta alla piazzola di emergenza dell’autostrada A4, è ancora più debole come ipotesi investigativa. Io credo che gli inquirenti abbiano lavorato molto bene. Le conclusioni a cui è arrivato il nostro consulente Maritati, sono le stesse delle procura”.
Il messaggio di Alberto è chiaro: “Alla guida del bus, al momento dell’impatto, c’era, a nostro avviso, Janos Varga, che si è addormentato per un colpo di sonno, probabilmente dovuto alla grave malattia della quale soffriva, ovvero le apnee notturne. Su questo non abbiamo dubbi”.