CATANIA. Aveva 25 anni Domenico Crisafulli quando, il 6 marzo 2017, perse la vita in un incidente stradale consumatosi poco dopo le 23 all’incrocio tra via Sacco e via De Logu a Barriera. Una scomparsa riguardo cui un video diffuso sul web ha acceso una nuova luce e per la quale papà Pietro e tutta la famiglia chiedono verità.
“Non crediamo più nella giustizia italiana, va riformato tutto – dice il padre della vittima il cui fratello, Salvatore, è morto, nel 2013, a 48 anni, dopo 10 anni di coma a seguito di un incidente stradale -. Nemmeno un sostegno psicologico alle famiglie viene garantito. Mi chiedo come sia possibile chiedere il patteggiamento in una fase di indagine preliminare. Eppure, nel video, è evidente che l’auto contro cui è andato ad impattare Mimmo con il suo scooter, non si fermi allo stop. La cassazione, in alcuni casi nazionale, si è già pronunciata, definendo il trasgressore unico responsabile del sinistro. Purtroppo, mi sovvien da dire, si utilizza il patteggiamento per mascherare la volontà reale di archiviare il caso. Hanno ucciso mio figlio più volte e la magistratura sta dando sempre più prova di come non dia valore alla vita umana. Ci siamo incatenati ai cancelli, stiamo combattendo contro perizie che riteniamo non rispecchino il reale andamento dei fatti. Chi ha sbagliato è una persona che ha tolto un padre a due bambini, che ci ha condannati all’ergastolo del dolore, allo strazio più grande che una famiglia possa conoscere, ad un qualcosa che le parole non possono descrivere. La vicinanza dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus, del presidente Alberto Pallotti, del referente Campania ed agro aversano Biagio Ciaramella e di tante persone – conclude -, ci spingono a combattere, ma non è facile”.
L’AIFVS Onlus ha risposto positivamente all’appello della famiglia Crisafulli e sarà a Catania il prossimo martedì 8 gennaio. Sarà presente per l’occasione anche l’associazione “Mamme Coraggio”, presieduta da Elena Ronzullo. “L’omicidio di Mimmo, avvenuto il 6 marzo 2017 è stato trattato in modo superficiale dalla Procura della Repubblica – dice Alberto Pallotti -. Le indagini sono state poco approfondite e lasciate in sospeso. Si sono evidenziate più le responsabilità della vittima ché quelle del conducente della vettura. Per questo motivo il procuratore di Catania ha richiesto un’archiviazione. Dopo che il caso è stato riaperto, la procura ha proposto un patteggiamento a 5 mesi e 10 giorni, partendo dal minimo della pena di 2 anni e poi ipotizzando un concorso di colpa molto grave da parte dello sfortunato Mimmo e modestissimo della guidatrice. Questo mi ha convinto ad intervenire in prima persona. Credo che la nostra associazione sia nata proprio per combattere questi processi che rischiano di diventare farse senza la dovuta attenzione. Anche se nutro la massima fiducia nella giustizia e nei giudici del tribunale di Catania, non possiamo dire la stessa cosa della Procura della Repubblica – dichiara -. Il mancato processo è inspiegabile ed ingiustificabile. Se si vuole dare la colpa a Mimmo per la sua morte che lo facciano in un regolare processo e non con la pagliacciata del patteggiamento. La famiglia è convinta dell’assoluta innocenza di Mimmo e noi siamo con loro. Ci batteremo con tutte le nostre forze per dimostrare l’assoluta estraneità di Mimmo all’incidente che lo ha ucciso e lo dimostreremo nel processo. Ho scritto personalmente alla procura, al tribunale, al sindaco e a tutti i consiglieri comunali. Nessuno mi ha ancora risposto. Per martedì è in programma una manifestazione davanti al Tribunale di Catania, dove saranno presenti i responsabili di 10 sedi nazionali dell’A.I. F. V. S. ovvero Catania, Palermo, Cosenza, Verona, Modena, Napoli, Aversa, Pozzuoli, Avellino, Salerno. Vogliamo giustizia per Mimmo, chiediamo al giudice di respingere ogni tesi che lo incolpi. Non accetteremo – conclude – niente di diverso”.