Discussione di mozioni sull’autovelox e sull’uso dei proventi delle multe da parte dei Comuni / Camera dei deputati, seduta n. 554 del 25.01.2016
Discussione della mozione Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Pastorino, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085 concernente iniziative in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio (ore 15,40).
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione della mozione Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Pastorino, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085 concernente iniziative in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio (Vedi l’allegato A – Mozioni).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell’Assemblea (vedi calendario).
Avverto che sono state altresì presentate le mozioni De Lorenzis ed altri n. 1-01104, Tullo ed altri n. 1-01105 e Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 (Vedi l’allegato A – Mozioni), che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all’ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione.
Avverto altresì che il deputato Pastorino ha ritirato la propria firma dalla mozione n. 1-01085.
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
È iscritto a parlare il deputato Baldelli, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01085. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente.
Anzitutto una premessa. La premessa è nel ringraziamento ai colleghi di diversi gruppi parlamentari, di centrodestra, di sinistra, di centro, che hanno voluto sottoscrivere trasversalmente questa mozione e nel ringraziamento al gruppo parlamentare di Forza Italia che ha inteso chiedere in questo calendario, con forza, che questa mozione fosse posta in discussione perché questo ci dà, Presidente, la possibilità, oggi, di discutere su questo testo.
Vedo che se ne sono virtuosamente aggiunte anche altre due, quella del Partito Democratico e quella del MoVimento 5 Stelle, che non avevano sottoscritto la mozione che io ho presentato, ma che evidentemente intendono affrontare con impegno e determinazione questo tema e, a leggere i testi delle mozioni, anche seguendo sostanzialmente l’indirizzo che io auspico nella mia.
Credo, Presidente, che in questo momento ci sia un’occasione importante da parte del Parlamento.
Mi rivolgo al rappresentante del Governo che certamente assisterà quest’oggi alla discussione generale, ma, in particolare, al rappresentante del Governo che dovrà seguire i lavori nel seguito dell’esame di questa mozione e che dovrà esprimere i pareri sulle mozioni stesse.
Io credo che ci troviamo di fronte a un problema molto serio. Premesso che tutti debbono rispettare il codice della strada e premesso che tutti devono rispettare i limiti di velocità per quanto possibile, quella è la regola e la norma, fatta questa premessa, anche i comuni devono rispettare il codice della strada.
Il codice della strada prescrive chiaramente che il 50 per cento della quota delle sanzioni, che va ai comuni (le sanzioni, per esempio, rilevate dagli autovelox nelle strade statali), deve essere destinato a degli utilizzi ben precisi. Ce lo dice l’articolo 142 del codice della strada che letteralmente, Presidente, ci dice che: debbono essere destinate alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, ivi comprese la segnaletica e le barriere, e dei relativi impianti, nonché al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale, nel rispetto della normativa vigente relativa al contenimento delle spese in materia di pubblico impiego e al Patto di stabilità interno.
Il problema qual è?
Il problema è che i comuni hanno due obblighi. Il primo è quello di inviare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una relazione in cui dicono quanti sono questi soldi che derivano dei proventi delle multe degli autovelox. L’altro obbligo è la destinazione per queste finalità, cioè alla sicurezza stradale dei cittadini, alla prevenzione, alla manutenzione delle infrastrutture, alla cartellonistica, di queste poste di denari.
Il problema è che i comuni hanno un utilizzo assolutamente distorto degli strumenti di rilevazione automatica della velocità stradale. I comuni, anziché utilizzare questi proventi per la sicurezza stradale dei cittadini, li usano per fare cassa e quindi lo stesso autovelox non diventa più uno strumento di deterrenza o di prevenzione, ma diventa invece uno strumento con il quale i comuni mettono in cassa denaro che non destinano alle finalità che sono previste dal codice della strada, ma che destinano ad altre finalità di tutt’altra natura, di tutt’altro genere.
Non sono soltanto Simone Baldelli o Forza Italia che dicono questo, lo dicono diverse forze politiche, lo dicono tutte le forze politiche che hanno presentato questa mozione.
C’è un problema serio, grande, c’è un problema di esasperazione dei cittadini, perché se l’autovelox non serve a prevenire gli incidenti stradali su un determinato tratto, se l’autovelox non viene utilizzato per far rallentare le macchine su un percorso ad alta percorrenza dove magari c’è un’incidenza di traffico particolare, ci sono pedoni che attraversano, ci sono scuole o abitazioni o altro, se non viene utilizzato per questo l’autovelox, ma viene utilizzato invece per far cassa, ecco che la dislocazione dell’autovelox non sarà finalizzata alla prevenzione o alla deterrenza, ma sarà finalizzata alla cassa.
Quindi, l’autovelox non verrà messo nei punti più critici, ma verrà messo nei punti dove passano più persone, magari sulla statale, magari dove non ci passano ovviamente gli automobilisti drogati o alcolizzati che vanno a duecento all’ora nei nostri centri storici, ma ci passano in maniera sistematica i pendolari, quelli che portano i figli a scuola, quelli che portano i figli a fare le attività sportive pomeridiane, le persone che si spostano per la loro vita quotidiana e che vengono massacrati di multe.
Infatti, le multe diventano uno strumento improprio e – mi si consenta – anche subdolo per fare cassa e questi soldi non vengono destinati alla sicurezza stradale. Parliamo di decine di milioni di euro sottratti alla sicurezza stradale, alla prevenzione, alla manutenzione stradale, perché vengono destinati ad altro, con strumenti che, come ci dice la Corte costituzionale, non vengono fatti oggetto di manutenzione e di controllo periodico.
Sono strumenti che – lo chiedo al Governo e mi piacerebbe avere una risposta in sede di replica – non sono omologati. Se io guido un motorino o una moto con un casco non omologato e vengo fermato, io vengo sanzionato.
Se lo Stato, se le pubbliche amministrazioni, se gli enti locali mi multano con un autovelox che non corrisponde ai criteri di omologazione o che non è per niente omologato, chi multa queste amministrazioni ? E come si esce da questo circolo vizioso per cui gli autovelox vengono utilizzati per mungere il cittadino automobilista, non per prevenire, non per aiutare, non per promuovere la sicurezza stradale ? Si risolve, così come ci insegna il codice della strada, facendo le multe anche ai comuni: ai comuni che non depositano, che non presentano il rendiconto di quante sono le entrate che derivano dalle rilevazioni automatiche con questi strumenti; si introducono multe per i comuni che, non dichiarando quante sono queste entrate, non destinano queste entrate alla sicurezza stradale. Se ci sono le multe ai cittadini perché violano il codice della strada, si multano anche i comuni che violano il codice della strada.
È una questione di equità, di rispetto. Guardate, lo si vede anche sui social network: queste battaglie incontrano la rabbia, l’esasperazione dei cittadini ed è un’esasperazione che, purtroppo, finisce indirizzata contro chi, magari senza colpa, con onore, indossa una divisa e fa quotidianamente quello che la propria amministrazione gli indica di fare. Quanta distanza si apre, si aumenta tra il cittadino e l’istituzione, tra il cittadino e l’ente locale, tra il cittadino e il comune, con questo modo sbagliato e ingiusto di fare sanzioni.
Allora, oggi abbiamo l’occasione – sono davvero contento che ci sia la convergenza di più forze politiche su questo punto centrale – di poter fare chiarezza. Il Governo si deve impegnare.
Io ho presentato un emendamento, nel corso dell’esame in Commissione bilancio e in Assemblea della legge di stabilità, in cui chiedevo l’introduzione di sanzioni per i comuni che non ottemperassero a questi obblighi previsti dalla legge ed è stato respinto.
Io credo che adesso, se c’è la convergenza di tutte le forze politiche su questo punto, il Governo non possa sottrarsi all’idea di far qualcosa di serio per questo. È una questione di legalità, è una questione di diritti, ma soprattutto è una questione di sicurezza stradale. È una questione di distrazione di questi fondi da attività che la legge indica come proprie verso attività che la legge non indica e che sono diversamente improprie. Se la legge dice che questi soldi vanno investiti in sicurezza stradale, nella manutenzione delle infrastrutture, delle strade, nella cartellonistica, nelle barriere, nella prevenzione e negli stipendi e negli straordinari dei vigili urbani, è perché evidentemente il legislatore, quando ha pensato questa norma, ha pensato che avesse un senso trovare risorse per la sicurezza stradale.
Il nostro Paese si trasforma e trasforma le proprie strade statali in una sorta di piccoli checkpoint a pagamento di dazi feudali, da parte di ciascun comune.
Infatti, poi sappiamo che l’abitudine è quella, perché i comuni difficilmente mettono gli autovelox magari all’interno del proprio territorio, perché i sindaci, i vertici delle amministrazioni non vogliono pagare il prezzo dell’impopolarità.
Li mettono sui tratti di strade statali, perché è lì che c’è il passaggio, è lì che c’è la ciccia, è lì che c’è la cassa. Allora basta con questo andazzo, basta. C’è gente esasperata. Bisogna fare le cose perbene. Bisogna fare in modo che questo andazzo finisca. Bisogna fare in modo che le destinazioni siano effettive, che chi non rispetta la legge venga sanzionato e che su questo, così come ci sono i controlli nelle strade, ci siano i controlli anche rispetto a queste amministrazioni, che usano in modo distorto soldi che spesso, in maniera surrettizia, vengono estorti, non dico con l’inganno, ma quasi, ai cittadini, fermo restando il dovere di tutti di rispettare i limiti di velocità. Il dovere di tutti è anche quello di rispettare il codice della strada e tutte le previsioni da esso previste.
Quindi, concludo, Presidente, con l’augurio che questa discussione porti ad una convergenza positiva, che il Governo, a differenza di ciò che ha fatto non oltre due mesi fa, venga incontro a questa esigenza, perché stiamo facendo un servizio ai cittadini in termini di sicurezza stradale, ma anche in termini di rapporto di fiducia con tutto ciò che è il sistema pubblico.
Infatti, un cittadino deve sentirsi protetto, specie il cittadino perbene. Poi, quando sulle pagine dei social network ti fanno commenti in cui ti dicono: ma perché io, che sono un cittadino perbene, devo fare attenzione, perché se sforo di due chilometri in più il limite di velocità, c’è l’autovelox a tradimento, messo con la pattuglia nascosta, che mi fa la multa, mentre non riescono a prendere l’Audi gialla, che imperversa, facendo rapine, in mezzo nord-est italiano ? Allora, il vantaggio è soltanto dei delinquenti ? Domandiamocelo. Non stiamo parlando di ubriaconi, delinquenti, criminali; stiamo parlando di persone normali, di persone vessate, di persone esasperate, esasperate dal fatto che vengono munte come vacche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Emiliano Minnucci, che illustrerà anche la mozione Tullo 1-01105, di cui è cofirmatario. Prego, onorevole.
EMILIANO MINNUCCI. Grazie, signora Presidente.
Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, bene, benissimo: affrontiamo una discussione sentita, importante su un tema che – lo ricordava poc’anzi il collega Baldelli – è un tema che non solo sui social network – vorrei dirlo al collega –, ma più in generale c’è, è vivo nella società e nel dibattito pubblico.
Io, però, nell’illustrare la nostra mozione, nell’interloquire con i colleghi su questa vicenda, su questa questione, partirei da alcuni dati oggettivi, da alcuni dati concreti, numerici, non confutabili, perché altrimenti il focus della discussione rischiamo di spostarlo solamente sulla parte sanzionatoria, sulle sanzioni, sull’utilizzo degli autovelox, e non ci concentriamo, a monte, su una vicenda che è centrale, ovvero quella dell’eccesso di velocità, che è la seconda causa per incidentalità e per mortalità dopo la distrazione nella guida degli autoveicoli, nella guida dei motocicli e quant’altro.
Attenzione, perché il combinato disposto tra distrazione ed eccesso di velocità, solo nel 2014, ha prodotto oltre 3.300 morti in questo nostro Paese.
Quindi, partiamo da un dato di fatto: dobbiamo contrastare questa deriva, dobbiamo far sì che ciò che è accaduto negli ultimi vent’anni, ovvero un calo costante, magari lento, ma costante, dell’incidentalità e dei morti, possa proseguire.
Infatti, questo è il primo tema che chi fa il legislatore deve porsi: tutelare la salute, tutelare il fatto che il rispetto delle regole del Codice della strada possa produrre una riduzione costante e sempre più accelerata dei morti e degli incidenti sulla strada. Questo è il primo tema.
E abbiamo sperimentato e toccato con mano che anche l’utilizzo di strumenti di dissuasione come le apparecchiature elettroniche che sanzionano il superamento dei limiti di velocità spesso è elemento irrinunciabile di deterrenza appunto nei confronti di chi è più portato a superare i limiti di velocità e, quindi, ad esporre se stesso e gli altri e in particolare i pedoni – vorrei sottolinearlo – ad un rischio di incidenti, anche mortali.
E, allora, su questo dobbiamo fare un punto della situazione e dobbiamo fare una riflessione.
Ha ragione il collega Baldelli, vi sono casi indubbiamente in cui si è andati oltre un principio di buon senso; vi sono casi in cui alcune, sottolineo alcune, amministrazioni comunali e alcune amministrazioni pubbliche hanno fatto dello strumento dei congegni elettronici per la misurazione automatica della velocità uno strumento per fare cassa.
Intanto, però, sottolineerei questo dato: alcune amministrazioni.
Generalizzare non è mai buona cosa; farlo in un’Aula parlamentare è altrettanto assai meno buona cosa.
Capisco che si manda un messaggio più forte, ma si rischia di esporre alla berlina anche quei sindaci e anche quegli amministratori locali che, pur avendo la possibilità di fare cassa e di gonfiare le casse comunali, magari perché nel proprio territorio passano delle strade statali, non lo fanno perché hanno senso della misura e senso di responsabilità. E noi soprattutto a quelli che si comportano bene dobbiamo guardare con attenzione.
Poi c’è l’abuso, ha ragione il collega Baldelli, c’è l’uso scorretto.
Su questo il Codice della strada è molto chiaro. Ci sono due elementi irrinunciabili: non è possibile fare cassa con queste risorse e, in secondo luogo, quello che entra per i comuni va reinvestito in sicurezza stradale.
Con noi del Partito Democratico veramente si sfonda una porta aperta perché siamo in prima linea in questa battaglia; siamo in prima linea, lo dimostriamo e l’abbiamo dimostrato insieme al Governo quotidianamente.
Per noi è un tema, un orizzonte, una frontiera irrinunciabile.
E, allora, bisogna applicare la norma. In questo io credo ci possa essere una convergenza larga qui dentro fra tutte le forze politiche. Applicare quello che dice il Codice della strada, fare in modo, cioè, che norme più prescrittive – questo sì – siano più vincolanti soprattutto per quei due aspetti essenziali che già la legge prevede: in primis, il fatto che entro il 31 maggio ciascun ente locale relazioni puntualmente su ciò che ha incassato attraverso questi strumenti e su come ha speso queste risorse e lo faccia attraverso una relazione, appunto puntuale, al MIT e una relazione puntuale al Ministero dell’interno; in secondo luogo, che chi si sottrae a questo obbligo, chi in qualche modo lo elude, sia chiamato a rispondere e sia effettivo il fatto che vengano comminate delle sanzioni a questi enti locali. Per noi è un tema centrale.
Colleghi, non ci nascondiamo dietro un dito, molti di noi hanno fatto gli amministratori locali e sappiamo che le amministrazioni pubbliche nella gran parte dei casi con queste risorse non è che costruiscono castelli in aria; spesso si è chiamati anche ad affrontare tematiche essenziali. Penso ad un sistema di welfare locale costoso. A fronte di molti lustri di tagli alle amministrazioni pubbliche, spesso i comuni hanno dovuto fare di necessità virtù.
Però è vero quello che dicono molti colleghi, quello che dicono molte associazioni, quello che dicono molti cittadini. È vero, verissimo, che occorre riportare la manutenzione stradale e la sicurezza stradale al centro di un’attenzione che è venuta meno nel corso del tempo perché troppo spesso in larga parte del nostro Paese, in tante realtà del nostro Paese, le strade sembrano delle appendici di Beirut più che realtà occidentali avanzate.
Allora, dobbiamo essere conseguenti. Per questo io credo che le tematiche poste siano tematiche essenziali e per questo abbiamo invitato e invitiamo con la nostra mozione il Governo a fare in modo che quelle verifiche di cui parlavo poc’anzi vengano fatte, che si verifichi che lo strumento del controllo automatico di velocità serva nel corso degli anni a ridurre in quei punti il numero degli incidenti.
Infatti, ciascuno di noi è testimone anche in modo tangibile del fatto che, ove ben segnalati, quegli strumenti consentono di ridurre gli incidenti e non soltanto di elevare un grande numero di contravvenzioni.
E vi deve essere la possibilità di fare in modo che si crei anche un piano nazionale della sicurezza stradale.
Per molti anni questa nostra Italia l’ha avuto e dobbiamo essere in grado secondo me di rimettere in rete tutti quanti, di non fare in modo che ci sia uno sfilacciamento su questo tema.
E bisogna fare in modo, insieme all’utilizzo di strumenti elettronici, anche di far ritornare ad essere più presenti le pattuglie per strada e fare in modo che queste risorse possano andare seriamente al personale che va sulla strada.
Un numero, un dato, cari colleghi, fa abbastanza impressione: siamo un quinto, un sesto, un settimo sotto rispetto ad altri Paesi europei in termini di quantità di controlli effettuati in strada. Questo dovrebbe darci un’indicazione chiara: mettere risorse sulla possibilità per le forze dell’ordine di effettuare controlli non è una spesa, ma è un investimento.
È un investimento, signora Presidente, un investimento in sicurezza; è un investimento in miglioramento della qualità della vita; è un investimento anche nella possibilità per le pubbliche amministrazioni di avere più risorse da reinvestire nella possibilità di una mobilità più sostenibile e al tempo stesso più sicura per i cittadini.
Ebbene, io penso che anche attraverso queste mozioni che stiamo discutendo, che anche attraverso una convergenza larga di tante forze politiche, sarà possibile, insieme ad un Governo attento qual è questo che abbiamo oggi di fronte, mettere in campo una politica forte su questo terreno. I cittadini ce lo chiedono ed il Parlamento deve dimostrarsi all’altezza dei propri compiti.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.
http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0554&tipo=stenografico#sed0554.stenografico.tit00050