LETTERA APERTA di Gianfranco DI PRETORO a Stefano ESPOSITO su GRAB e bike lanes a Roma / 9 settembre 2015
Egregio dr. Stefano ESPOSITO
Assessore alla Mobilità del Comune di Roma
Ho ricevuto riscontro in queste ultime ore della Sua volontà di non portare avanti il progetto Grab e di riflettere sulle bike lanes previste.
Lei dichiara che non ci sono soldi e che le bike lanes, così come concepite, non offrono la garanzia doverosa per l’utente pedalatore.
Sono appena tornato da Oosterberg (Olanda), dove, come Lei ben sa, la ciclabilità è un vanto nazionale.
È tanto difficile incamminarsi per quella strada?
Sulla sicurezza, la Federazione Ciclistica Italiana–Lazio, da me rappresentata, è d’accordo con Lei, visto che numerose vittime in bicicletta, nel territorio romano, erano cicloturisti attratti dal mare o dai Castelli Romani.
Su questo punto non si transige, ma che non sia la scusa per non fare niente!
Il mondo delle bike lanes, ovvero corsie ciclabili disegnate a terra, o quanto meno spartane rispetto alle classiche piste ciclabili, sono una valida soluzione per riconoscere lo spazio sulla strada anche al ciclista, per realizzare una fitta rete a poco prezzo.
Questa infrastruttura è diffusa in tante metropoli del pianeta, in particolare dove è accettata da tutti gli utenti della strada la mobilità ciclistica (foto 1).
A Roma, Capitale europea delle auto e moto, bisognerà procedere con gradualità.
Ripeto di seguito le mie proposte, già espresse al Sindaco ed al suo precedente Assessore, per costruire BIKE LANES sicure:
– piste ciclabili all’interno delle auto in sosta (foto 2);
– piste ciclabili sui marciapiedi larghi almeno 3 metri, ben differenziate dalla zona pedonale (foto 3);
– piste ciclabili asfaltate per attraversare i parchi (foto 4).
Le bike lanes sulla carreggiata affiancate alle auto in sosta sono le più pericolose, a causa dell’apertura improvvisa degli sportelli e del sopraggiungere di altri veicoli. Ecco perché a Berlino la corsia è disegnata 70 cm distante dalle auto ferme (foto 7).
In considerazione della diseducazione e della distrazione dei motorizzati, consiglio vivamente per Roma di coprire la parte esterna della bike lane con la BANDA RUMOROSA e catarinfrangente (foto 9).
Per le strade in uscita dalla città (Cristoforo Colombo, Aurelia, Appia Nuova, Tiburtina, Salaria, Tiberina), vista la maggiore velocità degli autoveicoli, consiglio il cordolo in cemento (foto 10) o, coprendo le cunette, la corsia a se stante (foto 10 bis).
Firenze è l’esempio concreto:
prima aveva evidenziato la bike lane sulla stessa strada con la banda rumorosa; successivamente, dopo qualche incidente, si è decisa a separarla con un muretto (foto 11 e 12).
Mi preme sottolineare che il successo delle bike lanes deriva dallo loro utilità, ovvero sono direttrici che portano al mezzo pubblico, alle scuole, agli uffici, con una manutenzione costante, altrimenti tanti ciclisti preferiranno rischiare sulla strada.
Non entro nel merito del Grab, ma La informo che la cittadinanza ed i turisti vogliono andare al mare pedalando in sicurezza.
Per ben due volte la Regione Lazio ha messo a disposizione oltre 1.700.000 euro per ultimare la pista ciclabile Roma-Fiumicino (attualmente fino al GRA ostiense).
Il Comune di Roma non dà giustificazione della volatizzazione di questi fondi, mentre il Comune di Fiumicino ha messo solo la tabella di inizio lavori.
Lei saprà chiarirci le idee sull’argomento (foto 13-14)?
Roma, 9 settembre 2015
Gianfranco Di Pretoro
Federazione Ciclistica Italiana-Lazio
Responsabile piste ciclabili e viabilità