Memorial Alessio Baldi al “M.Cecchi” di Limite sull’Arno. Partita amichevole in ricordo del ragazzo scomparso nel 2009 in un incidente stradale ad Empoli. Presente l’Aifvs: “Sotto i trent’anni statistiche da guerra”
Perdere un figlio, si sa, è un’esperienza terribile in grado di abbattere la vita di intere famiglie, che spesso all’improvviso, da un giorno all’altro, hanno visto scomparire la ragione di vita per cui si erano in tutti i modi per molti anni. La morte, oggi come ieri, può avvenire per malattia, tumori in primis ma anche patologie rare per le quali la ricerca scientifica ancora non è riuscita a trovare un rimedio, ma nella maggior parte dei casi i decessi avvengono a causa di terribili incidenti stradali in cui i giovani rimangono coinvolti nelle ore notturne dei weekend. Non è un luogo comune, e nemmeno c’è la volontà di perpetuare uno stereotipo senza una base certa statistica, poiché se andiamo a vedere i dati messi a disposizione dall’ Aifvs, ossia Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strads Onlus, si può notare come siano ben 5.000 le persone che ogni anno perdono la vita sulle strade della penisola, unite a più di 300.000 feriti e 20.000 invalidi gravi. Numeri da guerra, che devono far riflettere e scuotere le coscienze assopite di tutti, in particolare di quei genitori che, per paura, non riescono nemmeno a pensare che debba succedere proprio a loro. La vita frenetica di oggi, gli impegni quotidiani che monopolizzano tempo ed attenzione, fanno sì che il dolore degli altri passi spesso in secondo piano, come qualcosa di lontano che non appartiene per niente alla propria vita. L’obiettivo che l’Aifvs si pone, in questo senso, è proprio quello di sensibilizzare più persone possibili, per instillare nella coscienza comune che tutti possono contribuire al superamento delle tragedie “del sabato sera” o di qualsiasi altro giorno della settimana, proponendo misure che fungano da deterrente contro le stragi e riescano a spostare la discussione negli organi preposti, a Roma, per approvare proposte di legge a tutela dell’essere umano e della civiltà. L’Associazione onlus in questione, nacque come “Comitato” nel maggio del 1998, un quarto di secolo fa dunque, anche se ormai potremmo dire nello scorso millennio. Oltre agli obiettivi già brevemente tratteggiati, si poneva e si pone tuttora il fine di dare giustizia ai superstiti ed ai familiari delle vittime, aiutandoli a esprimersi, a parlare, a confrontarsi con chi sta subendo lo stesso atroce ed incommensurabile dolore. Negli anni, qualche provvedimento legislativo è stato portato a termine, grazie anche alla spinta dei portavoce delle vittime, ad esempio il provvedimento del dicembre del 1999 che imponeva l’obbligo del casco anche per i conducenti di ciclomotori maggiorenni e la legge delega n. 85 del marzo 2001 per la riforma del Codice della Strada che portò, poi, nell’estate del 2003, all’introduzione della patente a punti e del patentino per i minorenni alla guida dei ciclomotori.
Ieri, sabato 28 dicembre, era presente allo stadio “M.Cecchi” di Limite sull’Arno (Fi) Angela Adiletta, responsabile regionale dell’Associazione, per presenziare alla partita amichevole disputata tra gli amici di Alessio Baldi, il giovanissimo ragazzo originario di Marcignana (Empoli) morto il 21 giugno del 2009, appena ventenne, in un terribile incidente stradale avvenuto a Pagnana, alla periferia di Empoli. La decisione di disputare un incontro a Limite si spiega con i trascorsi di Alessio da giocatore con la maglia giallorossa addosso, e successivamente con quella del Calasanzio. Chi ha giocato assieme a lui, condividendo momenti di gioia, di passione, di divertimento, non vuole che il loro compagno sia dimenticato, ed hanno voluto così organizzare un revival di un periodo lontano nel tempo ma vicino nel cuore, ritrovandosi tutti assieme come circa dieci anni prima, agli ordini dell’allenatore, Fabrizio Benedetti, che aveva guidato anche Alessio nel suo processo di crescita calcistico. Prima del fischio iniziale, c’è stato il tempo per la firma da parte di tutti gli amici di Alessio di una maglia, portata dal dirigente del Limite e Capraia Franco Onorato, che è stata poi consegnata ai genitori del ragazzo. In campo, sono andate due squadre, una con la maglia rossa e l’altra con quella azzurra, ognuna con dietro il numero dieci e la scritta “Alessio”, per un tempo di gioco pari a settanta minuti. In campo c’era anche la sorella di Alessio, Beatrice, che gioca in serie A femminile, mentre l’arbitro era il sig. Roberto Menichetti, coadiuvato dagli assistenti Mannozzi e Rossi. La partita si è conclusa sul risultato di 1 a 1, grazie alle reti di Catanzaro per gli azzurri e di Grillandini per i rossi. Un pareggio voluto, sostanzialmente, che rende merito alla giornata in cui il calcio si è speso ancora una volta per questioni sociali, dimostrando di poter essere davvero qualcosa di diverso rispetto ai tanti misfatti negativi di cui si sente parlare. Al termine della gara, panettone e pandoro per tutti, accompagnati da un brindisi con lo spumante portato appositamente al campo, sotto gli occhi commossi dei genitori Patrizia e Giancarlo e di altre mamme che hanno vissuto la stessa esperienza tremenda. Molti anche i fondi raccolti a favore dell’Aifvs, tanto che la responsabile Adiletta si è sentita di ringraziare più volte. “Sono anche io una mamma orfana, visto che ho perso mio figlio di sedici anni quasi vent’anni fa, nel 1997, per un brutto incidente stradale. Cerco di sensibilizzare più persone possibili sulla tematica della sicurezza stradale, poiché tutti abbiamo da imparare che quando saliamo a bordo di un mezzo a motore non siamo su una giostra ma abbiamo precise responsabilità verso gli altri. Per i ragazzi sotto i trent’anni, le statistiche assomigliano purtroppo a cifre di guerra, e paradossalmente si muore di più per le strade cittadine che non su superstrade ed autostrade, a velocità considerate basse come 40 o 50 km/h. Io giro per le scuole, con progetti formativi per i ragazzi, e mi auguro che qualcosa in futuro possa cambiare, per far sì che mio figlio ed i tanti altri ragazzi che non ci sono più non abbiano perso la vita invano”, ha aggiunto proprio Angela Adiletta al giornalista di Dilettantitoscana presente sul posto.