Guido Salvini: un giudice che sa valutare la gravità del reato Nel pubblicare l’ordinanza con la quale il Giudice Salvini respinge la richiesta di pena avanzata dal p.m., vogliamo lodare la sua capacità di analizzare in modo chiaro e completo il fatto, rapportando la gravità del comportamento del guidatore alle disposizioni di legge, per applicare “una pena congrua”.
Apprezziamo la sua capacità di staccarsi dal coro del buonismo, rilevando che “nè la pena principale, nè la pena accessoria proposta dal p.m. appaiono congrue e proporzionate alla inusuale gravità del fatto”: si tratta di un conducente con tasso alcolemico di 3,46 g/l, che perde il controllo dell’auto e si schianta riportando lesioni su di sè guaribili in 90 giorni! Un guidatore la cui condotta non appare occasionale, perchè aveva riportato una precedente condanna per lo stesso motivo. Bene ha fatto il giudice Guido Salvini ad affermare che sia la pena detentiva e sia la pena accessoria della sospensione della patente andavano applicate al livello massimo. Se il p.m. avesse fatto la stessa approfondita analisi sarebbe giunto alle stesse conclusioni del giudice Salvini, avrebbe fatto risparmiare tempo e denaro alla giustizia, rendendola così più veloce, più credibile e più forte.