VERONA. Nella mattinata di lunedì 22 marzo 2021, si è tenuta una nuova udienza del processo riguardante la strage del bus ungherese, avvenuta il 20 gennaio del 2017, sull’autostrada A4 Milano-Verona, all’altezza del comune di San Martino Buon Albergo. Nello schianto del mezzo di trasporto con un pilone dell’autostrada, cui seguì un ampio incendio, persero la vita 17 studenti di un liceo di Budapest. A distanza di un anno dall’accaduto, il professore eroe Vigh Gyorgy, che aveva salvato alcuni ragazzi senza riuscire a evitare la morte dei propri figli, esalò l’ultimo respiro.
Il legale delle vittime dell’associazione, Davide Tirozzi, ha spiegato quanto avvenuto preso il Tribunale di Verona: “L’udienza è stata rinviata al 19 maggio 2021, alle ore 13:00. In quell’occasione, saranno sciolte le riserve legate alle eccezioni al capo d’imputazione per eccessive genericità, sostanzialmente le stesse che aveva già risolto il giudice Gorra. Alla fine del decreto che dispone il giudizio, è stata richiesta l’espunzione delle parti motivate”.
Il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV, Alberto Pallotti, ha posto l’attenzione sugli attacchi ricevuti dall’avvocato Belardi durante l’udienza: “Piuttosto che concentrarsi sulla difesa del suo assistito, ha attaccato le vittime e le associazioni presenti, cercando di far passare il messaggio che queste ultime si renderebbero protagoniste di comportamenti violenti aventi il fine di obbligare le persone e comprimere il loro diritto alla difesa. Niente di più falso. L’avvocato Belardi non ha il diritto di prendere in giro le vittime della strada, abbia rispetto di chi non c’è più”. Nel corso dell’assise pubblica del 29 gennaio, la difesa degli imputati si è battuta per l’esclusione delle parti civili, avanzando la tesi di “dubbio di parentela diretta dei presenti in aula”; Alberto Pallotti è ritornato sul tema: “Abbiamo, insieme ai parenti delle vittime, chiesto un chiarimento riguardo ad una questione che non dovrebbe essere manco sollevata, visto che i DNA sono stati già esaminati 4 anni fa, appena dopo l’accaduto. Gli avvocati hanno preferito voltarci le spalle ed incamminarsi verso il parcheggio dove si trovavano le loro vetture e dove erano parcheggiate anche le nostre. Nessuno ha assunto atteggiamenti violenti. Se la difesa della controparte intende, in questo modo, intimorirci, è sulla strada sbagliata. Non ci fermeremo, chiederemo rispetto della verità e non abbiamo paura dei tentativi di infangamento che ci troveremo ad affrontare”.