ALCAMO. Luglio di sangue in Sicilia. Dopo le morti dei cugini Alessio e Simone, falciati in Vittoria (in provincia di Ragusa) da un SUV guidato da un uomo accusato di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, un altro dramma si è consumato sul territorio.
Sono purtroppo due i bambini morti nell’incidente avvenuto nella notte del 12 luglio sulla Palermo-Mazara del Vallo, all’altezza di Alcamo. Verosimilmente, il BMW 320 guidato dal padre delle vittime, nel cui sangue sono state ritrovate tracce di cocaina, sarebbe uscito fuori strada per poi ribaltarsi. Oltre alla scomparsa immediata di uno dei fratelli (13 anni), anche il secondo, di soli 9 anni (rimasto gravemente ferito a seguito dell’impatto), ha esalato l’ultimo respiro per arresto cardiaco nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, dove era ricoverato, nella giornata di giovedì 25 luglio. Gli agenti della Polstrada, giunti sul posto per la perizia ufficiale, hanno ritrovato anche un grammo di droga nella tasca del 34enne, indagato per omicidio stradale con l’aggravante “del fatto commesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”.
<hr/>“Siamo davvero scossi per quanto sta accadendo sulle strade della nostra amata Regione – afferma il responsabile di sede di Catania dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus., Pietro Crisafulli -. Bisogna intensificare i controlli, rendere sicure le strade con alcol e drug test sempre più frequenti. E’ necessario avviare una sinergia con le istituzioni. Non si possono spezzare così vite giovanissime. Stasera dedicheremo la proiezione del film ‘La voce negli occhi’, in piazza Palestro, a Catania, ai bambini che in questi giorni sono volati in cielo troppo presto. Ci stringiamo alle famiglie. Continueremo la nostra battaglia per una guida responsabile con la consapevolezza che insieme possiamo fare tanto”.
“Non è possibile trovarsi ancora di fronte a storie di persone che causano la morte altrui per effetto di sostanze stupefacenti o perché ubriache – afferma il presidente dell’A.I.F.V.S., Alberto Pallotti -. Un episodio che diviene ancora più grave se si pensa che a causarlo è stato un padre di famiglia, colui che dovrebbe proteggere i suoi figli. E’ inaccettabile. Non bisogna demonizzare l’utente della strada perché è parte finale di un processo dove le responsabilità sono molteplici. E’ giusto interrogarsi sul perché ad oggi, nel 2019, accadano eventi di questo tipo – conclude –, nonostante non manchino campagne di grande sensibilizzazione a livello locale e nazionale”.