ROMA. Il presidente dell’Associazione italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, ha scritto al sottosegretario di Stato alla giustizia ,Vittorio Ferraresi.
L’impegno dell’associazione perdura da diversi anni ed ha portato alla creazione di 120 sedi dislocate in tutta Italia. Il costante confronto con il territorio nazionale, registrato in un osservatorio ufficiale quotidianamente aggiornato e monitorato, permette ad Alberto Pallotti di avere un quadro ben chiaro sulle stragi che si consumano sulle strade e sugli esiti dei rispettivi processi. E’ da qui che nasce il sostegno alle famiglie e l’approfondimento di vari aspetti delle leggi che regolano il codice stradale con le relative applicazioni.
“Un articolo del codice penale risulta particolarmente inadeguato alla situazione di oggi – afferma -. Tra l’altro solleva dei dubbi di legittimità costituzionale. Sto parlando del patteggiamento, possibilità data all’imputato di richiederlo anche in concorso di colpa di una eventuale vittima deceduta che non può difendersi”.
Il messaggio dell’esponente A.I.F.V.S. Onlus è chiaro: “Noi vittime crediamo che questo sia profondamente ingiusto. Chiudere il procedimento in camera di consiglio, senza giusto processo, affibbiando una colpa ad una persona deceduta, rappresenta un’ingiustizia incredibile. Credo sia facile da capire. La nostra associazione chiede da tempo ed ha già sollevato questione di legittimità costituzionale davanti alla Suprema Corte di Cassazione, affinché venga tolta questa possibilità concessa al giudice. Deve essere garantito un giusto processo anche a chi è deceduto, qualora qualcuno sostenga abbia delle colpe. Il caso di Mimmo Crisafulli, ucciso a Catania da una macchina che non si è fermata allo stop (c’è un video a testimoniarlo), è emblematico. In quel caso sia la Procura che l’imputato si sono convinti che il ragazzo deceduto fosse in parte colpevole della sua morte, per un presunto eccesso di velocità. Il giudice ha concesso il patteggiamento a 5 mesi e 10 giorni, stabilendo la definitiva e non appellabile sentenza che considera Mimmo responsabile del suo decesso. Davvero incredibile. Speriamo che lei vorrà prendere in carico questa importante problematica e che vorrà riflettere sull’opportunità di una apposita modifica alla legge”.
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