COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE UNITARIA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA ODV
Mercoledì 5 aprile, alle 22.00, nuova diretta su Facebook, Youtube e Linkedin dedicata a Lorenzo Pio Coronato, il 18enne di Ispani (Salerno) morto il 14 agosto 2022 a causa di un terribile incidente stradale. La madre Marie Therese: «Il mio cuore è spezzato in due». Il commovente ricordo dei compagni di classe
«Stiamo portando avanti il progetto per i ragazzi scomparsi prematuramente e dedicheremo una diretta Facebook, Youtube e Linkedin a Lorenzo Pio Coronato, un giovane rimasto vittima di un incidente stradale circa sette mesi fa. Vogliamo mandare un segnale a quelli che uccidono sulle strade, devono sapere che condannano i genitori all’ergastolo del dolore e tolgono il futuro a tanti angeli. Per questo, nelle nostre dirette non parleremo dei processi, ma delle storie di chi perde i propri cari». Così Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv, ed Elena Ronzullo, presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv, che ricordano Lorenzo, giovane studente morto a causa di un incidente stradale. La sua storia e la testimonianza toccante della madre saranno oggetto della diretta su Facebook, Youtube e Linkedin, che sarà condotta dal giornalista Dino Stefano Frambati. Regia di Biagio Ciaramella, vicepresidente delle tre Associazioni. L’appuntamento è per mercoledì 5 aprile 2023, alle 21.30. Saranno ospiti della trasmissione i presidenti Alberto Pallotti ed Elena Ronzullo, la madre di Lorenzo, Marie Therese, e i compagni di scuola del giovane che avrebbe conseguito quest’anno la maturità.
«Il mio nome è Marie Therese e ho due figli. La prima è una ragazza, Chiara, e posso ancora guardarla, toccarla e ascoltare la sua voce. Il secondo è Lorenzo. Sette mesi e mezzo fa sono stata costretta a salutarlo. Il mio cuore è stato spezzato in due: una parte è rimasta qui e l’altra se la sono portata via. Il mio cuore piange sangue, perché non può ricongiungerle». Sono le parole della mamma di Lorenzo, che continua: «La tragedia che mi ha lasciata monca, storpiata a vita, il destino non l’ha portata bussando alla nostra porta: la porta di casa mia è stata carbonizzata. Abbiamo provato a evitare in ogni modo che le fiamme divampassero. Ci saremmo voluti gettare col nostro corpo sul carbone ardente, ma niente era in grado di fronteggiare quella potenza. Abbiamo urlato aiuto e nessuno era in grado di darcene. Con lo sguardo rigonfio di compassione potevano soltanto guardare la nostra disperazione». Continua: «Lentamente, la fiamma ha raggiunto ogni anfratto ed inermi siamo stati costretti a guardare casa nostra svanire nella cenere. È un’immagine violenta, lo so. La morte di mio figlio è stata violenza. Eppure Lorenzo era bellezza. Un ragazzo che fin da piccolo aveva avuto modo di scoprire che la vita può tradirti, ma aveva usato il dolore per scalfire una grande forza di volontà. Era attento verso chi amava. Il nostro rapporto era un supportarsi reciproco. Sapeva amare profondamente con dolcezza, a volte durezza». Parole commoventi e disperate che celano il dolore più grande che una donna possa provare: «Perdere un figlio è un dolore che ti attanaglia il ventre. Una lama di coltello che ti trafigge, e che ogni volta che cerchi di toglierla si fa sentire sempre più. È la tua casa che ti è caduta addosso dopo il terremoto e tu sei lì bloccato sotto le macerie senza riuscire a muoverti e a respirare, ma pieno di dolori in tutto il corpo. È quel signore che ti toglie i massi di dosso e ti porge la mano per tirarti fuori, perché tuo figlio gli è apparso in sogno e gli ha chiesto di aiutarti», prosegue Marie Therese, «è quell’ amica che ti chiama e ti dice: ho sognato tuo figlio che desidera che stia serena, altrimenti lui non può esserlo altrettanto. E allora poi diventa quella maschera che indossi ogni mattina, fingendo che va tutto bene perché stai reagendo per amore verso tuo figlio. Ma, alla sera, non vedi l’ora di togliere quella maschera ed infilarti sotto le coperte con la foto del tuo bambino tra le mani e gli dici: finalmente è terminato un altro giorno, un giorno in meno per riabbracciarti. Perdere un figlio vuol dire smettere di vivere, sopravvivere nell’attesa che questo film dell’orrore finisca presto».
Lorenzo avrebbe dovuto frequentare l’ultimo anno di scuola. I suoi compagni di classe lo ricordano così: «Lorenzo Pio Coronato è stato ed è un punto di riferimento e una fonte d’ispirazione per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Lorenzo, il ragazzo silenzioso e riservato che è sempre stato pronto a tendere una mano verso gli altri mettendo se stesso in secondo piano. Lorenzo per tutti è stato una spalla su cui piangere nonostante la sua vita non fosse una passeggiata. Lorenzo, con il sogno di diventare un calciatore, ci ha insegnato a credere in noi stessi e a non arrenderci mai nonostante le difficoltà. Lorenzo era pronto a dare la vita pur di far sorridere i suoi amici. Lorenzo era ed è un vero amico, uno di quello che non riuscirai mai a sostituire, uno di quelli che non si dimenticano», raccontano i suoi compagni. «Non possiamo dire che era il migliore compagno di classe, ma la sua assenza si fa sentire. In classe è stato una persona che passava dall’avere un atteggiamento estremamente serio a dei momenti di pura pazzia, dove scherzava e rideva anche per le minime scemenze. Con le sue cuffie e il suo zainetto sempre pronto a sdrammatizzare ogni discussione e a mettere tutto il suo impegno anche nelle materie che non gli piacevano. Esempio anche in questo, ci ha insegnato a lottare per ciò che desideriamo e che per diventare qualcuno c’è bisogno di tanta fatica. È stato sempre capace di portare avanti i suoi pensieri e le sue tesi senza paura, senza timore che qualcuno potesse giudicarlo, quando sosteneva un qualcosa ci credeva fino in fondo e andava dritto per la sua strada. Quando qualcuno di noi era in ansia per qualche compito, interrogazione lui è sempre stato lì pronto a confortarci e a dirci che ce l’avremmo fatta e, se così non fosse stato, comunque ci avrebbe detto che noi valevamo per quello che eravamo e non per come ci vedevano gli altri e crediamo che questo sia il più bello degli insegnamenti che ci ha lasciato». Per i suoi amici, Lorenzo è ancora lì, in classe con loro: «Per sentirlo sempre con noi, abbiamo lasciato il suo banco lì, proprio dove lui passava la sua giornata scolastica, tra una sbuffata e una battuta, esprimendo il suo disappunto sul sistema scolastico e tutto quello che lo riguarda. Vogliamo ricordare Lorenzo così, un ragazzo intraprendente, a volte sbadato, che pur di rispondere al cellulare continua a camminare sul porto senza rendersi conto che presto finirà in acqua, un ragazzo con tanta voglia di realizzarsi e con la voglia di crearsi il futuro che sognava, un ragazzo diverso dagli altri, un ragazzo che forse da molti non è stato capito, ma che meritava il mondo».
Una storia triste che l’Associazione racconterà nella diretta che andrà in onda mercoledì prossimo, dando spazio ai familiari e agli amici della vittima per far emergere e non dimenticare il dolore a cui sono condannati a vita. «Raccolgo l’appello di questa mamma dopo quelli di tante altre. Ora vogliamo far capire cosa provano i genitori delle vittime della strada, vogliamo parlare della tragedia e di quel che vive la famiglia quando sono colpiti da un lutto. Non parleremo dei processi, ma delle storie», dichiara Biagio Ciaramella, vicepresidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv. «Ringrazio i presidenti per avermi dato la possibilità di iniziare questa battaglia sociale. Gli assassini sulle strade spezzano giovani vite e le vite dei loro cari, ci appelliamo al Governo perché intervenga per evitare le tragedie stradali, perché dietro ogni incidente c’è l’ergastolo del dolore per i familiari», conclude Ciaramella.
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