Vittime della strada: le famiglie chiedono alla politica coraggio e certezza della pena
Nel pomeriggio di martedì 24 marzo 2015, alle ore 17.00, in contemporanea in diverse città Italiane (circa 30, tra cui Ancona e Pesaro), si è tenuto un raduno spontaneo di singoli cittadini ed associazioni, per chiedere ancora una volta l’istituzione del reato di “omicidio stradale”, più volte annunciato dal premier Matteo Renzi.
L’iniziativa nasce in modo spontaneo da Marina Fontana ed Armando Melodia, che hanno manifestato a Palermo.
In molti hanno aderito in tutta Italia.
Tra di essi, Barbara Benedettelli ed Elisabetta Cipollone de L’Italia Vera e Croce Castiglia dell’Associazione Matteo La Nasa.
Un’iniziativa nata senza alcuna voglia di vendetta, e senza alcuna emotività, dopo l’ennesima sentenza ingiusta della Corte di Cassazione, che ha annullato la condanna a 21 anni a Ilir Beti – comminata in primo grado e confermata in secondo grado -, l’uomo che uccise quattro ragazzi francesi guidando volontariamente contromano ed in stato di ubriachezza.
Una sentenza, quella della Suprema Corte, che uccide continuamente tutte le vittime della strada, rinnovando il dolore di tutti i familiari che hanno perduto una persona.
Purtroppo, nei giorni scorsi, in provincia di Monza, è successo l’ennesimo tragico fatto, un pirata è stato protagonista della morte di un ragazzo di 15 anni davanti alla Villa Reale di Monza.
L’iniziativa voleva essere un momento di unità e di raccolta di persone sensibili al problema, un momento per urlare il silenzio di queste morti assurde e non riconosciute, un lunghissimo prendersi per mano per legare centinaia di persone in tutte le città d’Italia.
Le associazioni e le famiglie hanno anche chiesto, con un messaggio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di vigilare affinché si proceda celermente, nelle sedi opportune, a fissare una data certa e rapida che consenta in tempi brevi l’istituzione del reato di “omicidio stradale”.
Ma anche per sollecitare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi
a rispettare l’impegno, da lui stesso assunto al momento dell’insediamento, ponendo fine alle lungaggini procedurali
e a rilasciare una dichiarazione ufficiale, con una data certa, con l’impegno a sbloccare l’iter parlamentare in Senato, o in alternativa, a velocizzare l’iter sull’istituzione del reato di “omicidio stradale” per decreto.
I protagonisti non sono quanti hanno partecipato al raduno pacifico.
Sono tutte le vittime innocenti, ingiustamente decedute sulle strade, a causa di automobilisti incoscienti e senza regole, trasformatisi in assassini, che continuano ad avere una loro vita dopo averne rubata un’altra e che non hanno mai chiesto scusa.
Questa ingiustizia fa male a tutte le vittime superstiti, che vivono il dolore ogni secondo.
Davanti ai luoghi di ritrovo, sono stati portati fiori, cartelli e foto delle vittime, per ricordare alle persone che passavano di lì per caso che il problema è reale e che purtroppo può capitare ad ognuno di noi di diventare vittime della strada.
Vittime sono sia chi perde la vita o la salute, sia chi deve sopportare per tutta la vita il peso della perdita di una persona amata, senza avere il sostegno della società e senza ottenere giustizia.
FONTE: http://www.vivereancona.it/index.php?page=articolo&articolo_id=528182