Oggi è un giorno triste, un giorno nel quale dobbiamo contare l’ennesima perdita di vite sulle nostre strade.
Una strage infinita, senza senso.
Sabato notte, ad Arcole, nel veronese, hanno perso la vita 4 ragazzi tra i 17 e i 20 anni. Una ragazzina di appena 16 anni è in gravissime condizioni.
Tutto ciò sarebbe stato causato da un uomo che guidava in stato d’ebbrezza.
Istituzioni, progettisti, gestori, utenti della strada ma anche singoli cittadini. Siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo per cercare di fermare questi eventi.
Bisogna insistere con la prevenzione, con i controlli, con la tolleranza “zero”: bisogna fare di più, perché così non va. Abbiamo fallito l’obiettivo fissato dall’UE per il 2010. Dovevamo abbattere il numero dei morti del 50%. Non ci siamo neanche andati vicino. E si poteva fare, visto che un calo c’è stato. Non si tratta di fortuna o sfortuna.
La lotta alla strage stradale deve avere la massima priorità, è il problema più grave che abbiamo in Italia.
Necessitiamo di provvedimenti concreti, seri, per fermare questa ecatombe.
Muoiono più persone sulla strada che in una guerra (5.000 MORTI PER INCIDENTI STRADALI IN UN ANNO SULLE NOSTRE STRADE NAZIONALI, 300.000 FERITI, DI CUI 15.000 CON INVALIDITÀ PERMANENTE).
Un’automobile può essere un’arma potentissima. Chiunque guidi può fare una strage. Guidare ubriachi è un crimine che va perseguito seriamente.
Non è tollerabile che il responsabile di questo crimine non faccia un giorno di galera, e che tra poco tempo potrà ottenere la restituzione della patente di guida, libero di poter uccidere ancora.
In Italia non esiste la revoca definitiva della patente, come in America e in Gran Bretagna. Chi calpesta la dignità umana, chi uccide in questo modo, dovrebbe andare in carcere a scontare la pena che si merita. Nessuno ci ridarà mai i nostri cari indietro, quelli non torneranno, ma almeno potremo trovare un minimo di pace pensando che il sistema ci protegge, e che qualcuno ha ancora a cuore il concetto di giustizia.
In italia si preferisce garantire i diritti dei colpevoli piuttosto che dare l’immagine di un paese serio che persegue i colpevoli e li punisce adeguatamente garantendo che non possano più fare male al prossimo.
Ci vuole una legislazione più severa, il codice penale va modificato con l’introduzione di pene più severe e certe per chi si rende colpevole di questi crimini. È ora di finirla con questo garantismo.
Dobbiamo smetterla di considerare la patente un diritto inviolabile. Nei casi più gravi, la patente va revocata per sempre.
Oggi, purtroppo, 4 giovani vite sono andate perdute, un omicida è a piede libero, mentre le famiglie delle vittime, verso le quali esprimiamo la nostra massima solidarietà e vicinanza, saranno per sempre prigioniere di un ergastolo di dolore. Le uniche che pagheranno.
Preghiamo che Sara, gravemente ferita e unica superstite dell’incidente di Arcole, ce la faccia.
Alberto Pallotti, Vicepresidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (AIFVS) – onlus