Viterbo, con gli autovelox una sfilza di multe illegittime. VITERBO – No vigile no multa. Se accanto agli autovelox non c’è la pattuglia della polizia locale, le sanzioni sono nulle.
Salvo pochi casi, ovvero le strade inserite dalla Prefettura nel decreto che annualmente stabilisce le deroghe, la regola generale è questa: la presenza fisica della municipale è indispensabile affinché i controlli sulla velocità siano leciti. Sia dentro i centri abitati sia fuori. Questa è prevenzione, tutto il resto sono scorciatoie dei Comuni per rimpinguare le casse. E le macchinette che spuntano come funghi in alcuni comuni del Viterbese, vedi Monte Romano e Orte? Se nel momento in cui il flash scatta non c’è un operatore, allora il ricorso vinto è assicurato.
«Lo spirito dei controlli deve essere quello della prevenzione e dell’educazione stradale. Gli agguati non servono», è la filosofia di Federico Zaccaria, comandante della Polizia stradale che dalle sue tre sedi di Viterbo, Monterosi e Tarquinia vigila, sotto l’egida della Prefettura, che le municipali dei diversi paesi seguano alla lettere il codice della strada. Sono la croce degli automobilisti e la delizia delle casse comunali. A luglio, a mandare di traverso le vacanze a centinaia di turisti ci ha pensato il Comune di Monte Romano.
Lungo l’Aurelia bis ha posto cinque dissuasori, nei due sensi di marcia, lungo un tratto di appena un chilometro e cento metri. In pratica, un autovelox fisso ogni 220 metri.
Nei giorni scorsi, sui social network impazzavano le critiche contro l’amministrazione di Orte, rea di averne posizionato addirittura 30 nel territorio cittadino. «Vogliono fare cassa sulle nostre spalle», l’accusa ricorrente. «Non è così», la replica del sindaco Dino Primieri. «Abbiamo partecipato – spiega – a un programma della Regione sulla sicurezza stradale. La somma spesa è di circa 80 mila euro, di cui il 40% ci è stato finanziato da Roma».
Le postazioni, assicura, saranno ben visibili e funzioneranno una al giorno a rotazione. Come si riconoscerà la colonnina attiva? «Dalla presenza della polizia locale», risponde.
Fin qui siamo alle macchinette fisse.
C’è poi il capitolo di quelle mobili, le più insidiose soprattutto quando posizionate furbescamente in modo da essere visibili solo all’ultimo metro. A vigilare che i controlli vengano eseguiti ad arte, ci pensa la Stradale. «Il nostro compito – afferma Zaccaria – è quello del coordinamento operativo delle attività svolte dai comandi di polizia locale, sotto la cabina di regia che compete alla Prefettura. Ogni mese ci comunicano dove e quando hanno intenzione di effettuare i controlli elettronici della velocità». In media, le autorizzazioni sono tra le 15 e le 20 al mese.
«Noi valutiamo – spiega – che non ci siano sovrapposizioni, ovvero che più pattuglie di paesi diversi si posizionino troppo vicine sulla stessa strada. E controlliamo che le postazioni siano ben visibili, con pre-avvisi adeguati e lampeggiante delle auto acceso. Appostamenti dietro a una curva, per intenderci, sono pericolosi».