AI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO CONSIDERAZIONI DELL’AIFVS-ONLUS SULL’OMICIDIO STRADALE Roma, 23 luglio 2014

AI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO
CONSIDERAZIONI DELL’AIFVS-ONLUS SULL’OMICIDIO STRADALE

Roma, 23 luglio 2014

L’Associazione italiana familiari e vittime della strada-onlus (AIFVS)
esprime vivo apprezzamento per il lavoro che codesta commissione sta
svolgendo, per venire incontro alle esigenze di giustizia di un’opinione
pubblica sempre più turbata.
Avvertiamo fortemente che la maggioranza dei cittadini italiani, davanti a
tragici eventi, come, ad esempio, l’uccisione di bambini, ad opera di
automobilisti ubriachi, o drogati, o semplicemente spericolati, non è più
disposta a considerarli “incidenti stradali”.

“Incidente” vuol dire, infatti, “fatto casuale, imprevedibile”, quando,
nel causare un sinistro guidando in stato di ebbrezza o in balìa di
sostanze psicotrope o correndo in maniera folle, c’è poco di casuale, di
imprevedibile.

Come AIFVS, pensiamo che sia arrivato il momento di dare un segnale forte
per combattere la strage stradale, introducendo il concetto di “omicidio
stradale” e prevedendo l'”ergastolo della patente”, con una chiara
definizione dei criteri atti ad individuare quando un soggetto è nelle
condizioni di poter essere considerato come “dolosamente cosciente” di
poter causare un delitto.

Le preoccupazioni, giustamente presenti nella mente dei legislatori, di
incostituzionalità, non devono essere un freno nella ricerca di misure
veramente idonee a rendere più sicure le nostre strade.

La libertà di un singolo individuo non può e non deve prevaricare la
sicurezza degli altri.

Può un individuo, che si mette a gettare massi dal cavalcavia di
un’autostrada e causa così un “incidente” mortale, sostenere che non
voleva uccidere e che il fatto è “semplicemente” colposo?

Come Aifvs, non capiamo come sia possibile che certi soggetti, che si
mettono alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, oppure in
stato di ebbrezza alcolica pesante, causando un grave incidente, non
possano essere considerati e giudicati alla stregua di un individuo che
getta massi sull’autostrada.

A nostro modo di vedere, l’attuale normativa non è sufficiente a dare
giustizia ai cittadini. Per questo motivo deve essere ripensata.

Dov’è il limite tra volontarietà e colpa?

L’articolo del codice penale che riguarda l’omicidio colposo, come quello
riguardante le lesioni colpose, non si dimostra più all’altezza.

Nel codice penale è individuato il limite tra le lesioni gravi e il
tentato omicidio, per esempio.

Perché non viene esteso anche alla comprensione di un fenomeno così
complesso come la strage stradale?

Il dottor Giovanni Serpelloni, mio collega al tavolo della sicurezza
stradale presso la prefettura di Verona, che verrà ascoltato dalla
commissione, è uno dei professionisti più seri ed idonei per poter
scrivere questo limite in relazione agli incidenti stradali.

Egli gode di tutta la nostra stima professionale ed umana.

Egli è uno dei professionisti più in grado di tracciare il confine oltre
il quale il soggetto non può più essere giustificato, non può più essere
capito, non può più essere considerato come autore di reato “colposo”; di
delineare la differenza tra un “criminale” e una “persona che ha commesso
un errore”.

Dobbiamo capire, stabilire, trascrivere, una volta per tutte, i criteri
per individuare chi ha compiuto un “atto criminoso gravissimo” e si è
comportato in modo da essere considerato un “pericolo sociale”.

A Vicenza, non molto tempo fa, un soggetto ha imboccato contromano una
tangenziale causando la morte del giovane Alex Di Stefano, e il suicidio
della madre, signora Carla, poco dopo aver appreso la notizia.

Dalle analisi del sangue è emerso che il colpevole guidava sotto l’effetto
dell’alcol.

Possiamo davvero far ricadere tale evento nella fattispecie dell’omicidio
colposo? Questo è solo un esempio, ce ne sono molti altri, purtroppo.

Non si può lasciar circolare certi soggetti per le nostre strade, e se lo
fanno, devono sapere che la società non è più disposta a considerare una
“bravata”, uno “scherzo”, un “non volevo”, una gara automobilistica
pirata, come eventi “colposi”.

Ci sono in ballo le vite dei nostri cari, le nostre stesse vite, in ogni
momento, ogni giorno. 5 mila morti l’anno, 15 mila feriti gravissimi, 200
mila feriti, sono numeri agghiaccianti. Molto più di una guerra, molto più
del terrorismo. L’incidente stradale uccide 1 milione di persone l’anno,
in tutto il mondo.

Si può fare moltissimo per contrastare questo tragico fenomeno. Tuttavia,
prima devono cambiare gli occhi con i quali si è sempre guardato il
sinistro stradale.

Fino ad ora, per lo più, è stato inteso come lo spiacevole, terribile,
contributo da dare al progresso, al gran numero di veicoli per strada,
alla “fatalità che non può essere prevista”.

Studiando bene ogni sinistro, ci si rende facilmente conto che il destino,
la fatalità, c’entrano ben poco.

Alla base di ogni incidente stradale ci sono precise responsabilità,
precise colpe. Non possiamo più guardare l’incidente stradale come un
fulmine, un vulcano, un terremoto, un meteorite.

Nuove fattispecie legislative non sono, ovviamente, sufficienti da sole ad
arrestare la strage che si consuma ogni giorno sulle strade italiane ma,
insieme con una migliore manutenzione delle infrastrutture, una più
incisiva prevenzione ed una capillare educazione stradale, possono dare un
forte contributo all’aumento della sicurezza degli utenti della strada.

Noi pensiamo che il Parlamento e l’Esecutivo debbano dare un segnale forte
ed immediato della volontà politica di cambiare rotta, nell’approccio al
grave problema dei tantissimi morti, feriti ed invalidi permanenti causati
da condotte di guida criminali.

Anche un immediato inasprimento (ed innalzamento del minimo) delle pene
già esistenti per gli omicidi colposi stradali ed altre forme di revisione
della licenza di guida in caso di gravi incidenti troverebbero una nostra
convinta approvazione.

L’importante è che i cittadini abbiano la sensazione che, finalmente, per
prevenire la strage stradale, si cominci a fare sul serio…

Grazie. Alberto Pallotti, presidente dell’AIFVS.

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