«Modena, serve un centro d’assistenza per le vittime della strada» / Lo chiede Franco Piacentini, presidente modenese dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus (AIFVS) / GAZZETTA DI MODENA, 9 dicembre 2017

IMG 2206

 

«Modena, serve un centro d’assistenza per le vittime della strada» / Lo chiede Franco Piacentini, presidente modenese dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus (AIFVS) / GAZZETTA DI MODENA, 9 dicembre 2017

 

Piacentini: «Chi perde un caro o resta disabile ha bisogno d’aiuto psicologico. L’Ausl crei un percorso tra ospedale e medici di base e un luogo con referente»

 

Link correlato: https://goo.gl/vEPYH1

 

MODENA. Un servizio di assistenza psicologica alle vittime della strada ed ai loro familiari, per avere un aiuto, per non sentirsi soli nell’affrontare un lutto estremo, per non cadere nel gorgo della depressione con conseguenza anche per gli altri famigliari.

 

E nel contempo un riferimento, un “luogo” dove gli stessi famigliari possono segnalare, capire, conoscere e avere un aiuto per aiutare ed aiutarsi tramite una figura di sostegno. Lo chiede Franco Piacentini, presidente modenese dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada al direttore generale dell’Ausl e per conoscenza alla Regione, alla Provincia e Comune di Modena, che ha inoltrato la medesima richiesta a livello nazionale.

 

Alcuni dati per inquadrare il problema. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno sulle strade italiane muoiono circa 3.500 persone, si provocano circa 20mila disabili gravi oltre a 250mila feriti. Bambini, ragazzi e anziani sono travolti nella misura rispettivamente dell’8, 10 e 12% come pedoni o ciclisti e questo fenomeno è la prima causa di morte per le classi anagrafiche fino a 45 anni, con una punta drammatica per le categorie tra i 18-25 anni e segnatamente per i maschi.

 

«Si tratta di un fenomeno patologico di massa, pesante e, per alcuni, particolarmente devastante e di difficile sostenibilità – sottolinea Piacentini – soprattutto se si tiene conto dell’altissimo numero di figure giovani che si perdono o che rimangono fortemente invalidate obbligando vittime e congiunti a misurarsi con uno scenario psichico e di vita “rovesciato”, insopportabile, violento e crudele che la gran parte dell’opinione pubblica tende a rimuovere.

 

È una patologia articolata per maturità e classi di età anagrafiche e psichiche molto diverse: si immagini il quadro diversificato di chi perde un figlio nel fiore della vita, un bambino tanto atteso, un padre che produce reddito e dà sicurezza, una madre che ha dato la vita e garantisce una guida, un vecchio compagno di affetti e sostegno…».

 

«Chiediamo pertanto – dice Piacentini – un intervento mirato alla specificità e all’originalità di questo dramma. Proponiamo quindi di avviare un percorso organizzativo di rete con i Centri di Pronto Soccorso, di Neuro rianimazione, di Riabilitazione, Rieducazione e i Medici di base, capace di selezionare le competenze psicologiche più adatte per casi omogenei e per riconosciute capacità dei terapeuti che operano nel territorio.

 

È necessaria un’adeguata costruzione di competenze raffinate e mirate che riteniamo possono essere realizzate costruendo un ufficio apposito con numero verde di riferimento centralizzato che filtri indirizzi e sostenga casi singoli altrimenti destinati alla disperazione, all’abuso di psicofarmaci, all’evoluzione in altre patologie cliniche conseguenti alla depressione violenta.

 

Un ufficio che, in collaborazione con l’ufficio armi della questura, segnali l’opportunità di permettere o no la detenzione di armi e segnali l’opportunità di mantenere o meno il permesso di guida».(s.to)

 

FONTE: http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2017/12/09/news/serve-centro-d-assistenza-per-le-vittime-della-strada-1.16214124

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *