Modena / Strade di sangue: nel 2015 a Modena 40 morti, uno ogni 9 giorni / Dichiarazione di Franco PIACENTINI, presidente provinciale AIFVS / 29.12.2015

Modena / Strade di sangue: nel 2015 a Modena 40 morti, uno ogni 9 giorni / Dichiarazione di Franco PIACENTINI, presidente provinciale AIFVS / 29.12.2015

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Un altro anno drammatico, dall’incidente di viale Italia al sottopasso allagato di Castelfranco

Il bilancio delle vittime: la prima il 1° gennaio, c’è chi è scomparso a due mesi dall’investimento. Piacentini: «Servono più controlli»
risolvere».Dal 21enne di Mirandola Antonio Salzillo al 26enne di Carpi Carmelo Finanze, sperando ovviamente che sia l’ultimo. In mezzo altri 38 casi, altre 38 bare.
Sono 40 le persone morte sulle strade di Modena quest’anno, in incidenti od investimenti vari, un numero che non può non impressionare anche se inferiore rispetto al passato. Una cifra che, se pure questo dicembre non fosse stato così tragico, forse non sarebbe stata comunque accettabile.
Dopo i 59 morti del 2013 ed i 43 del 2014, infatti, quest’anno le stime erano più basse. Lo erano fino al 10 dicembre, quando la 40enne guardia giurata di Cavezzo Simone Bendandi si è schiantata contro un camion a San Felice mentre lavorava: perché assieme a lui, in un terribile ultimo mese dell’anno, hanno perso la vita 5 persone in 16 giorni; escludendo peraltro dal computo la 22enne nonantolana Giulia Bellagamba, che si è spenta il 9 dicembre nelle nebbie bolognesi di San Matteo della Decima.

Sarebbe ancora più pesante il conteggio se includesse i modenesi che sono rimasti uccisi altrove: su tutti, per le circostanze assurde, Andrea e Michele Giunta (padre e figlio di 56 e 19 anni) che sono rimasti uccisi il 16 agosto al casello di Ravenna mentre erano in coda all’ingresso dell’A14.

Ma torniamo a questo dicembre pieno di sangue.

Con la carambola sulla tangenziale di Carpi di sabato sera, sulla quale è deceduto il giovane Carmelo Finanze mentre un suo amico è in neuro-rianimazione, risulta che sulle strade della nostra provincia ogni 9 giorni si è verificata una tragedia.

Spaziando dalla vittima più anziana, la 91enne di Mirandola Amedea Soffritti, urtata il 22 agosto dalla macchina di un ragazzo davanti a casa, a quella più giovane, il 15enne modenese Matteo Testoni, falciato il 6 aprile da uno scooterone con padre e bimbo mentre attraversa viale Italia all’altezza del semaforo pedonale (era rosso o verde? Non si sa), l’elenco è lungo.

E tra i due estremi anagrafici c’è una cascata di dolore.

Come quella che ha sconvolto la famiglia Sergi il 4 maggio, quando la moto sulla quale la 22enne Marika viaggiava col fratello è finita per terra probabilmente per via di una buca lungo via Cavazza in città.

O quella che ha dovuto patire l’esercente di Baggiovara che il 3 ottobre ha visto andarsene il padre, il 66enne Francesco Paolillo, travolto in prossimità delle strisce mentre attraversava la Giardini per andare a buttare la spazzatura nei bidoni adiacenti al bar.

Ed ancora il dramma patito dai congiunti di Giusy Bifulco, la 26enne di Castelfranco che all’alba del 15 ottobre è deceduta dopo un frontale a San Cesario al rientro a casa dal lavoro; e poi come non citare la vicenda clamorosa del 77enne di Vignola Antonio Benedetti, che il 13 aprile è annegato cercando di attraversare un sottopassaggio a Castefranco che era stato invaso dall’acqua piovana.

Una triste sfilata di fatti noti: hanno lo stesso valore di quelli che avrebbero potuto essere banali incidenti e che invece hanno avuto conseguenze drammatiche. Come il tamponamento a Castelnuovo, il 3 aprile, tra una macchina e lo scooter del 67enne Irio Barbieri di Formigine scomparso nell’impatto con l’asfalto.

E infine, continuando nella «casistica», non si può dimenticare chi non riesce a guarire dalle gravissime ferite subite negli scontri: un esempio, il 76enne formiginese Carlo De Gaudenzi che è scomparso il 3 novembre a due mesi dall’investimento da parte del mezzo di un’agenzia funebre.

Insomma: è una piaga sociale, un bagno di sangue.

Una pagina nera che ogni anno Modena legge e che Franco PIACENTINI, presidente provinciale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus (AIFVS) cerca di cancellare. «Ho scritto una lettera al prefetto quale massima autorità dello Stato – dice – per ribadire che i morti sono troppi, che la strage non si ferma, che se i vertici delle istituzioni bussassero alle porte delle famiglie per comunicare loro che i figli, i parenti sono morti, allora si adopererebbero davvero per risolvere questo problema.

E invece la risposta che ho ricevuto da viale Martiri è stata “abbiamo informato del tema gli organi competenti”. Perché, forse prima i corpi deputati ai controlli non lo erano?».

Ciò che viene fatto per arginare il fenomeno, ragiona Piacentini, «non è abbastanza. È vero che serve collaborazione da parte degli utenti della strada, che non sono ammessi comportamenti illeciti come chi si mette al volante dopo aver bevuto o peggio, ma è anche vero che occorrerebbero maggiori controlli. Questa è la mia strategia».

Una strategia che «non deve basarsi su una volontà di dimezzare la mortalità – chiude -. No, deve puntare ad azzerarla. Questo è un problema che dobbiamo e possiamo risolvere».

Giancarlo Scarpa

http://www.lanuovaprimapagina.it/news/modena/12604/Strade-di-sangue%E2%80%93nel-2015.html?refresh_ce 

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