Proposta di legge: MINNUCCI: “Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada” (3837)

Proposta di legge: MINNUCCI: “Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada” (3837)

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Art. 1

1. La Repubblica italiana riconosce la terza domenica di novembre come “Giornata nazionale delle vittime della strada” e promuove ogni iniziativa utile a migliorare la sicurezza stradale e a informare gli utenti, particolarmente i giovani, sulle gravi conseguenze di modalità di guida non rispettose del codice della strada.
2. In occasione del “Giornata” di cui al comma 1, sono organizzati, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, cerimonie, convegni ed altri incontri pubblici finalizzati a:
a) tener vivo il ricordo delle vittime, comunicare vicinanza ai feriti, alle famiglie, agli amici e alle comunità di cui le vittime facevano o fanno parte;
b) rendere omaggio al coraggio e all’abnegazione dei componenti delle squadre di emergenza, agli operatori di polizia e ai sanitari che quotidianamente si occupano delle conseguenze traumatiche della morte e delle lesioni causate dagli incidenti stradali;
c) riflettere sul dolore provocato dalla morte e dal ferimento di milioni di persone in tutto il mondo a causa degli incidenti stradali;
d) informare sull’enorme costo di questo fenomeno, anche in termini economici, per le famiglie e per le comunità;
e) sensibilizzare, in particolare i giovani, sul valore della vita umana e sulle drammatiche condizioni in cui in molti casi versa chi sopravvive a un incidente stradale.

http://www.camera.it/leg17/126?tab=2&leg=17&idDocumento=3837&sede=&tipo=

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RELAZIONE SULLA PROPOSTA DI LEGGE

PROPOSTA DI LEGGE

d’iniziativa del deputato Minnucci

Istituzione della “Giornata della Memoria in ricordo delle vittime della strada”

Onorevoli Colleghi. La sicurezza stradale è un grande problema sociale. Il Rapporto ACI-ISTAT presentato nel mese di novembre del 2015 segnala una battuta d’arresto nella riduzione delle vittime della strada in Italia e il rallentamento del calo degli incidenti e dei feriti. Già nel 2014 cominciava ad evidenziarsi questa tendenza, infatti, in quell’anno rispetto al 2013 il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito solo dello 0,6% a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti.
In totale nel 2014 si sono registrati in Italia 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone (181.660 nel 2013), che hanno causato 3.381 decessi (3.401 nel 2013) e 251.147 feriti (258.093 nel 2013); in media ogni giorno si sono verificati 485 incidenti, sono morte 9 persone e ne sono rimaste ferite 688. Il costo dei sinistri stradali ammonta nel 2014 a circa18 miliardi di euro (stima su parametri MIT 2010).
Nel mese di luglio del 2010 la Commissione europea ha adottato il Programma 2011-2020 sulla sicurezza stradale, inteso a dimezzare le vittime di incidenti stradali in Europa entro il 2020. Il programma definisce una serie di iniziative, a livello europeo e a livello nazionale, allo scopo di migliorare la sicurezza del veicolo, la sicurezza dell’infrastruttura e il comportamento degli utenti della strada.
La situazione italiana trova pieno riscontro a livello europeo: il calo delle vittime nella UE28 si è infatti attestato tra 2014 e 2013 su una media del -0,5%.
L’Italia, come l’Europa intera, è in linea con la tabella di marcia voluta dall’Unione europea che si è posta l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti sulle strade nel decennio che va dal 2010 al 2020. Nel 2013 hanno perso la vita sulle strade del Continente 26.010 persone rispetto alle 28.298 del 2012 con un calo del 17,7 per cento rispetto al 2010 (la percentuale è la stessa nella Penisola)
la media dell’Unione europea è di 51,4 persone decedute in incidente stradale ogni milione di abitanti, l’Italia con 56,2 si colloca al 14o posto dietro agli altri quattro grandi paesi che sono Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. In valore assoluto occupiamo però sempre il primo posto (3.385 morti) seguiti da Polonia (3.357), Germania (3.354) e Francia (3.250).
A pesare sul dato italiano è soprattutto l’incremento della mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. I grandi Comuni che presentano il più alto indice di mortalità sulle strade urbane sono Messina (1,6 morti ogni 100 incidenti) e Catania (1,4), mentre i valori più bassi si registrano a Bari (0,3), Milano (0,4) e Genova (0,4). Nel 2014 torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013), mentre prosegue il calo della mortalità sulle due ruote a motore (-4,3% rispetto al 2013). L’indice di mortalità (morti ogni 100 incidenti) per gli utenti più vulnerabili si conferma molto elevato: 2,75 per i pedoni, 1,69 per i motociclisti e 1,41 per i ciclisti, contro lo 0,67 delle automobili e lo 0,74 degli autocarri. La fascia di età più a rischio resta sempre quella dei giovani tra 20 e 24 anni (268 vittime), ma aumentano i decessi tra gli over 75 (+11,1%) e i bambini tra 0 e14 anni (+12,7% ).
Distrazione (21,4%), velocità elevata (17,3%) e distanze di scurezza non adeguate (13,4%) si confermano le prime cause di incidente sulle strade extraurbane, mentre in città è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%).
I giorni del fine settimana, tra venerdì e domenica, sono quelli in cui si verificano più incidenti, che coinvolgono in particolare i giovani tra i 18 e i 24 anni. La stanchezza dopo serate del week end, guida in stato di ebbrezza o sotto droghe, rimangono tra le principali cause di questi incidenti, anche se i controlli su uso di alcool e droghe si sono rivelati efficaci e sarebbe opportuno intensificarli soprattutto nei pressi di discoteche e locali notturni.

Il numero delle vittime tra i 15 e i 24 anni continua a diminuire, mentre cresce quello dei cittadini più anziani. Anche per i pedoni, i pericoli non sono pochi: il 22 per cento rimangono vittime specialmente in aree urbane, in particolare le donne e gli anziani risultano più a rischio di incidenti fatali nell’attraversamento della strada.
Da evidenziare i risultati del calcolo in via sperimentale del numero dei feriti gravi, secondo le indicazioni della Commissione UE: nel 2014 i feriti gravi a seguito di un incidente stradale, sulla base dei dati di dimissione ospedaliera, sono stati circa 15.000, in aumento del 16% rispetto al 2013.
Si stanno esaurendo gli effetti positivi dei progressi registrati nel nuovo millennio, dovuti ai più elevati livelli di sicurezza dei veicoli ma, soprattutto, all’introduzione di efficaci sistemi di «dissuasione», come la patente a punti e più sofisticati dispositivi di controllo della velocità, oltre alla importantissima «formazione» di chi guida.
Questo trend è confermato dalla situazione di stallo nel 2014 alla quale sta facendo seguito un peggioramento del numero di incidenti nel 2015 particolarmente nei centri abitati.
Anche a seguito di questa grave situazione, il Governo e il Parlamentohanno introdotto i due nuovi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali con la legge 23 marzo 2016, n. 41.
L’omicidio stradale colposo diventa reato a sé e per le lesioni stradali sono state introdotte pene al rialzo se chi guida è ubriaco o drogato. La pena prevista per l’ipotesi più grave di omicidio stradale e di lesioni si applica anche ai camionisti e agli autisti di autobus in caso di presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l. Se il conducente fugge dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi, e la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Altre aggravanti sono previste se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione. Per il nuovo reato di omicidio stradale sono previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave di omicidio (ebbrezza grave e droga). Qualora la patente sia stata rilasciata da uno Stato estero, al posto della revoca il prefetto del luogo dove è stata commessa la violazione adotta un provvedimento di inibizione alla guida del territorio nazionale.
La sempre maggiore presenza e l’impegno del mondo dell’associazionismo legato alla sicurezza stradale, con particolare riguardo alle associazioni delle vittime, alle associazioni delle varie categorie di utenti della strada e alla rete di associazioni e osservatori territoriali, confermano nel loro insieme un attivo movimento di cittadinanza a favore della sicurezza stradale che ha portato all’importante esito dell’approvazione della legge.
La terza domenica di novembre è stata riconosciuta come giornata mondiale delle vittime della strada da parte delle Nazioni Unite con Risoluzione 60/5, adottata dall’Assemblea Generale il 26 ottobre 2005, quale «giusto riconoscimento per le vittime della strada e per le loro famiglie» e gli Stati membri e la comunità internazionale sono stati invitati a riconoscerla.
Questa giornata è dedicata a ricordare i milioni di persone uccise o ferite sulle strade, le loro famiglie e le comunità, e al contempo a rendere omaggio ai componenti delle squadre di emergenza, agli operatori di polizia e ai sanitari che quotidianamente si occupano delle conseguenze traumatiche della morte e delle lesioni sulla strada.
La morte e i ferimenti sulla strada sono eventi improvvisi, violenti, traumatici, il cui impatto è di lunga durata, spesso permanente. Questa particolare Giornata del Ricordo ha lo scopo di rispondere al grande bisogno delle vittime della strada che vi sia un riconoscimento pubblico della loro perdita e della sofferenza.
Con la risoluzione del 27 settembre 2011 sulla sicurezza stradale in Europa 2011-2020, il Parlamento Europeo ha esortato la Commissione e gli Stati membri a riconoscere ufficialmente la terza domenica di novembre come giornata mondiale delle vittime della strada, così come hanno già fatto le Nazioni unite e l’Organizzazione mondiale della sanità, al fine di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica in merito a tale problematica (punto 12 della risoluzione).
E’ dunque necessario che l’Italia, oltre a mettere in campo tutti gli strumenti e assumere tutte le iniziative necessarie allo scopo di migliorare la sicurezza degli utenti della strada, riconosca ufficialmente la terza domenica di novembre come giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, così come hanno già fatto le Nazioni unite e l’Organizzazione mondiale della sanità, al fine di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica in merito a tale problematica, così come indicato dalla risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 sulla sicurezza stradale in Europa 2011-2020.
Questo è quanto propone la presente legge nel suo articolo unico.

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