TRENTOLA DUCENTA – A quasi sedici anni dalla morte per un incidente stradale di Luigi Ciaramella, sono state chieste 5 condanne nell’ambito del processo innescato tempo dopo. Nell’udienza tenutasi mercoledì 31 gennaio,

di Alessandro Gala
TRENTOLA DUCENTA – A quasi sedici anni dalla morte per un incidente stradale di Luigi Ciaramella, sono state chieste 5 condanne nell’ambito del processo innescato tempo dopo. Nell’udienza tenutasi mercoledì 31 gennaio,
il pm ha invocato 8 mesi per (a vario titolo) omicidio colposo e omissione nella manutenzione delle strade per Michele Miale, Giuseppe Fasolino, Antonino Del Prete, Nicola Pagano e Patrizio Noviello. I fatti risalgono al 31 luglio del 2008: il giovane Luigi, 19enne, sulla strada provinciale Ischitella – Madonna del Pantano, a Villa Literno, si ribaltò mentre era alla guida della sua Renault Clio nera, andando a schiantarsi fatalmente contro un palo della luce. Imputati nel processo Miale, quale responsabile Enel della provincia di Caserta e Fasolino, quale addetto alla manutenzione dell’elettrodotto collocato su quella strada, a distanza inferiore rispetto a quanto previsto dal codice della strada, secondo l’accusa; Del Prete, quale dirigente del settore Viabilità della provincia di Caserta; Pagano quale addetto alla vigilanza della provincia di Caserta, che non avrebbe segnalato l’assenza di idonea protezione rispetto al palo; Noviello quale responsabile della ditta addetta alla manutenzione della strada, accusato anche di non aver vigilato sulla corretta manutenzione della vegetazione esistente sui margini della carreggiata. “Il pm ha esposto la requisitoria finale della pubblica accusa delle parti civili, chiedendo la condanna di tutti e cinque gli imputati, ritenendoli responsabili dei fatti per cui sono stati tratti in giudizio – afferma l’avvocato Davide Tirozzi, difensore della famiglia Ciaramella e dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv, presieduta da Elena Ronzullo (madre di Luigi Ciaramella, presente in aula in doppia veste) – Il Pubblico Ministero ha, di fatto, confermato la pericolosità della strada all’epoca dell’incidente, ponendo l’accento sull’assenza di protezione del palo e sulla presenza di varchi abusivi. Possiamo affermare che siamo sulla stessa linea difensiva del PM, come esposto nelle nostre argomentazioni in sede di assise, e rimandiamo al giudice il verdetto finale”. Il prossimo 14 febbraio, alle 14, si terrà una nuova udienza in cui interverranno una parte degli avvocati dei 5 indagati. L’altra parte si pronuncerà in aula entro fine marzo e seguirà, in altra data da definire, il verdetto del Giudice. “Sappiamo bene che le probabili e future condanne dei 5 indagati si fermeranno allo scaglione del primo grado, ma almeno avremo una verità per Luigi. Il primo obiettivo, come famiglia Ciaramella e come associazione, è stato raggiunto poiché il guard rail è stato messo, finalmente, in sicurezza su nostra sollecitazione – continuano -, grazie all’intervento del provveditorato Interregionale per le opere pubbliche per la Campania, il Molise, la Puglia e la Basilicata. Tale ente, constatando la pericolosità del tratto stradale, ha imposto alla Provincia di Caserta di allinearsi con quanto riportato nel ‘capitolo II del decreto interministeriale 27 marzo 1988, n.449’. Se guardiamo la messa in sicurezza del palo, ci riteniamo soddisfatti, anche perché tale palo è stato costruito nel 1989, appena un anno dopo l’uscita della legge. Il provveditorato, attuando la legge sopracitata, ha fatto sì che in poco meno di 20 giorni, si manifestasse il miracolo. Oltre a ringraziare l’ente – concludono i coniugi Ciaramella -, diciamo grazie a tutte quelle istituzioni che ci ascoltano da anni per fermare la mattanza sulle strade”, dicono dalla famiglia Ciaramella.

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